Non so quando ho visto per la prima volta una foto di
Francesca Woodman, credo sia stato nel 2008 o giù di lì. Le sue foto non mi sarebbero dovute piacere, sono costruite, complesse da capire e da decodificare, c'è dentro molto del pensiero dell'autrice, ci sono le persone che spesso mi disturbano. Inoltre c'è il nudo dell'autrice, che era modella di se stessa; una bella ragazza, che stimola il desiderio e mi fa sentire in colpa perchè tralascio tutto il resto. Eppure da subito, a dispetto di quanto ho appena detto, mi hanno attratto, così ho iniziato a
vagare per la rete cercandone altre e continuando ad emozionarmi. Vengo in questo modo a sapere che le sue foto sono ormai famosissime e in un certo modo hanno lasciato tracce pesanti nella storia della fotografia; io continuo a guardarle. Un bianco e nero pulito, atmosfere decadenti e scene costruite in maniera impeccabile, ma cosa c'è dentro quel quadratino che veramente mi stimola ad osservarle?
Tanta è la curiosità che non resisto e acquisto un
libro di critica sulla sua opera, operazione sconsiderata ma inevitabile poichè non ha lasciato nulla di autobiografico. Al Guggenheim di New york è appena terminata una
retrospettiva su di lei.
Alabama era li, ignara.
Il filo della mia curiosità si intorcina e forma un gomitolo di idee.
Uscirò oggi pomeriggio alla ricerca di risposte?
Nota: la nuova piazza S.Silvestro