domenica 24 febbraio 2013

l'errore

Bene oggi si vota! Tra breve uscirò e mi dirigerò trionfalmente verso il seggio elettorale tronfio e borioso. No! Mai come questa volta sono ricolmo della sensazione di una sconfitta inevitabile, qualunque sia l'esito di questa consultazione elettorale. La Regione non mi preoccupa, so chi votare ma il panorama nazionale è disarmante. Ieri sera per provare a sollevarmi il morale mi sono cucinato una carbonara da mezzo kilo ma non sono riuscito a finirla: oscuri presagi. Adesso per darmi forza ascolto i Tangerine Dream. Un pensiero affiora...c'è qualcosa di sbagliato? Ma cosa, cosa? Vabbè, applico la sacra regola dello "scemo del villaggio" e non me ne curo, riempio la sacca di obbiettivi e rullini e dopo aver posto le crocette me ne andrò a spasso a pigiare il pulsantino. Gratificazione istantanea.

lunedì 18 febbraio 2013

geometria unica via

Stamattina mi ero riproposto di fare degli esercizi: addominali e flessioni. Ah! Bisogna mettersi in forma, il fisico va rimodellato; a stento sono riuscito a lavarmi i capelli. Il caffellatte non sortisce nessun effetto, il biscottino al cioccolato nemmeno e lo schermo del computer continua a scrutarmi inebetito. Già. Dopo un anno il sistema operativo ha deciso unilateralmente che posso tornare a connettermi wireless, prima negava anche l'esistenza di una scheda wireless. Ora posso riavvolgere il lungo cavo di rete e riposizionare il tavolo, ora posso variare la geometria della sala così a lungo costretta in una paralisi obbligatoria. Forse potrei variare anche la geometria della mia vita o più semplicemente della mia giornata? No. Esco per tempo, salgo sul bussino per tempo e per tempo risistemo le vetrine. Per tempo mi accascerò sul divano stasera, e quando sarà tempo riampiangerò le vecchie geometrie...

lunedì 11 febbraio 2013

Il tempo che serve...

Domenica scorsa, senza timore alcuno, dopo il pranzo familiare mi sono recato al MAXXI. Le visite in questo bizzarro museo hanno il sacro potere di riconciliarmi con il mondo, ne esco sempre rinfrancato e sereno. Come è possibile? Non saprei, però questa volta mi aspettavano i progetti di Le Corbusier in Italia. Scopro con disappunto che tutti i suoi progetti per la nostra distopica penisola non sono mai stati realizzati, e dire che è stato in contatto con il mondo dell'architettuta italiana fin dai tempi del Duce. Vittima anch'egli di quell'attitudine nostrana ad incensare i progetti e mancarne la realizzazione. "Si bello, bellissimo, vedremo...", "...meraviglioso, forse però sarà difficile ottenere tutti i permessi...", "Un progetto all'avanguardia, si integra perfettamente nel tessuto urbano, magari...". Eppure...ancora una volta la storia conferma il mio pensiero. Le Corbusier, giovane figlio di una ricca famiglia, viaggia. In otto anni visita praticamente tutta l'Europa e in particolare l'Italia, scrive, prende appunti e disegna tutto quello che vede; i suoi taccuini esposti testimoniano un desiderio incrollabile. Fotografa molto con le semplici macchinette dell'epoca e nel mentre elabora la sua poetica... Viaggiare. Ecco che di nuovo si manifesta prepotente il sogno ormai da tempo mi porto dentro, viaggiare. Ma ora è lunedì mattina, fuori tira vento e grigiume, sulla scrivania i documenti aspettano di essere riordinati ed in cucina c'è un serio bisogno del super-sgrassatore. Oggi sogno, domani viaggerò...

domenica 3 febbraio 2013

barriere

Via Panama, un'anonima strada della putrescente capitale se non fosse che confina con Villa Ada. Un tempo c'era una selva incolta che fiancheggiava la strada e terminava con il muro che delimitava la villa, l'ingresso era vietato in quella parte e noi ragazzini ci divertivamo a trovare qualche pertugio per intrufolarci in quella che ci appariva come una giungla impenetrabile. Ora tutto è cambiato, la selva è stata sistemata e ospita un parco con dei vialetti e delle panchine, c'è un ingresso per quella parte di villa un tempo chiusa con percorsi piacevoli e ombreggiati, insomma un vero e proprio processo di "riqualificazione". Ma... Tutta la zona è chiusa da una pesante inferriata. Il parco Nemorense (parco Virgiliano) poco distante ha subito la stessa sorte pochi anni addietro e perfino i pratoni lungo via dei Monti di Pietralata sono stati recintati. Poco più di tre decenni sono passati dalla mia gioventù ad oggi e passeggiando per quelle strade sono assalito da uno straniamento misto a tristezza: io vivevo qui? Io vivo qui? Sorgono barriere ovunque, anche e soprattutto in quei luoghi che dovrebbero per definizione essere "aperti", luoghi dell'incontro e della parola, del riposo e della meditazione. Ecco di fronte a me il fallimento di un'idea. Viene da lontano questa paura, si fa strada con l'ignoranza, col finto progresso, con l'intolleranza. Ma straparlo, ora uscirò, voglio comunque camminare...