sabato 13 dicembre 2014

La Letterina a Babbo Natale

Caro Babbo Natale, ci risiamo. Ti sei imboscato per tutto l'anno ma è ora di muovere le chiappe. Voglio i miei regali. Tutti.

A) Libri di fotografie di luoghi impossibili anche se reali e libri di autrici morte che vivevano a Roma. Cosa ci trovo di interessante negli uni e negli altri poco ti deve importare e forse non è ben chiaro nemmeno a me. Magari proprio a fare chiarezza mi servono.

B) La fine dello strazio della burocrazia romana, di operai rimbecilliti e di personaggi prepotenti senza motivo. Insomma voglio poter riaprire in barba a tutte le sirene della tranquillità. Comunque non ti impicciare che sono fatti miei.

C) Voglio un anno sensato, privo di movimenti incontrollati e incontrollabili. Come dico io.

Della pace nel mondo me ne frega sempre di meno e pure di molte altre cose che un tempo ritenevo fondamentali.

Vedi che puoi fare altrimenti ti veniamo a cercare...

Con affetto...


mercoledì 5 novembre 2014

LuccaComics 2014

"...dai facciamo un post su Lucca..."

Inizia così ma dopo proseguire non è facile. Come posso parlare di Luccacomics 2014? Da dove iniziare?
Innazitutto devo dire che a Luccacomics ci vado dall'89' o dal 90' in maniera praticamente ininterrotta e siccome ho fatto diventare la passione per il fumetto un lavoro ("un tristo bottegaio egli è"-Yoda) è propriamente parte di me.

Quest'anno ci sono stato per tutti e quattro i giorni, evento che si era verificato solo un'altra volta moltissimi anni fa, non solo per divertirmi e questa invece è una novità.
Si parte giovedì, io e Alabama, che ha già mille impegni, cene, incontri, situazioni, beh insomma poi leggerete il suo post. La colonna sonora per il viaggio c'è l'entusiasmo pure. Giovedì  e venerdì saranno i giorni migliori, giro per la fiera, conosco gente, faccio cose. Raccatto contatti e merce.
E mi commuovo (ma non lo do a vedere) perchè finalmente possiedo l'ultimo fumetto di Baru e Vautrin "La Canicola", di cui avevo visto le tavole originali al museo del fumetto di Bruxelles con Emme.
Poco distante mi approprio di un libro di fotografia "Dark Lens" che narra una visione di "Star Wars" un poco diversa dal solito. Erano anni che lo desideravo.
Si vive di acquisti a Luccacomics? Anche, ma mai fini a se stessi. C'è sempre un intento, una motivazione, un desiderio che ti spinge che non è mai solo il possesso. Nel mio caso è provare a vedere come cambierò dopo aver letto quelle storie.
C'è la "Self Area" dove i giovinastri underground, categoria da me ormai mal sopportata, propongono le loro idee sul disagio e sulle speranze e mi devo ricredere. Nel mezzo di gadget indovinati, trash potentissimo ed elucubrazioni di morte c'è del buono, c'è sempre stato. Ovviamente mentre scrivo mi vien da ridere, era da li che partivamo in gioventù e guarda dove siamo arrivati! Ma lasciam perdere. Deve ancora venire il giorno in cui getterò la spugna. UNDERGROUND FOREVER! E infatti mi approprio, ma non per me,   dell'autografo e del disegnino di G.Shelton autore dei "Freak Brothers". Venerdì riesco a vedere le mostre, non proprio tutte ma erano troppe. E dov'è che di nuovo mi commuovo? Con i disegnini di Guido Scarabottolo, di cui non sapevo nulla e che sono proprio felice di aver conosciuto.
Sabato imperversa e nel frattempo è arrivata Micky che è alla sua prima fiera e ne subisce in pieno le conseguenze. La convinco facilmente a comprare tutto quello che vede. Ci sono una quantità immane di genti e praticamente non si cammina. Ho lo zaino pieno di bigliettini, contatti con case editrici, organizzatrici di festival e quant'altro, il mio nuovo socio è al lavoro da un'altra parte e ogni tanto ci incontriamo per fare il punto della situazione.
Così questa Lucca dei record passa tra divertimento e lavoro, una curiosa sensazione, nuova per me. E arriva la domenica, l'ultimo giorno, che passo fotografando la periferia e i suoi palazzi, nuove passioni sono cresciute in questi venticinque anni e va bene così...
Si torna a casa, una fiera che sicuramente ricorderò.

Già ma...e il cibo??

Quella è Alabama che si abboffa...
QUI!

venerdì 17 ottobre 2014

luoghi-assurdi

Manca poco al mio rientro nei ranghi dei lavoratori. Lo spero e lo detesto insieme. Dunque cerco di sfruttare questo tempo che mi rimane girando alla ricerca. Di cosa? Di luoghi da fotografare, ben sapendo che a breve i momenti da dedicare a questa passione saranno ben poca cosa.
Allora oggi ho inforcato la mia bicicletta e mi sono lanciato su una delle strade romane a intenso scorrimento che si dipartono dalle vicinanze di casa e che, a mio giudizio, poteva ospitare delle posibilità interessanti.
Ho così scoperto l'ennesimo luogo assurdo di questa ridondante capitale. Come se non ce ne fossero abbastanza.
Ma intendiamoci, i luoghi assurdi lungi dall'essere non-luoghi, hanno una loro specificità e un loro, per quanto ormai dimenticato, utilizzo.
Sono stato edificati, il più delle volte, si per ingraziarsi gli elettori o per foraggiare una qualche ditta di amici o parenti ma non senza intendimento.
In questo caso lungo il viale c'è la guida per i non-vedenti, una rampa per i disabili, panchine e praticelli. Poco distante da me un furgoncino dell'AMA puliva la strada, ne sarebbero serviti dieci ma almeno uno c'era.
Si avverte però, prepotente e palpapile, l'atmosfera di decadimento; i cassonetti rigurgitano e, segno ancor più incontrovertibile, le erbacce prosperano senza controllo. Il processo di trasformazione in rovina è in divenire, proprio sotto i nostri occhi.
Due anziani siedono stanchi, un gruppo di giovinastri porta a spasso un cane e bivacca su di un muretto e un bizzarro tipo vestito d'arancione fa jogging su e giù per il viale.
Una sfilata di balconi si affaccia sui prati poco distanti. Eppure c'è silenzio, una qualità da me sempre apprezzata.
Si, potrei vivere lì e ne sarei un assiduo frequentatore...


domenica 5 ottobre 2014

La Musica...per me

Io non so nulla di Musica. Non ne conosco la storia, nè gli Autori se non i più famosi. I brani più importanti, quelli che hanno segnato il passaggio da un'epoca ad un'altra, da un modo di suonare ed interpretare le note ad un sistema nuovo pure, molto spesso, mi sono sconosciuti.
In questo trovo grande il potere della rete. Posso esplorare terreni nuovi e scoprire, per me sarà sempre una scoperta, qualcosa di bello e mai sentito. Posso altresì, a volte, far risuonare melodie da lungo tempo dimenticate.
Tutto questo si lega al ricordo, alle mattine di molti anni fa, ai vecchi grammofoni ed ai vecchi 33 giri che avevamo in casa. Credo li avesse acquistati mio nonno  materno Folco; non gli sarò mai abbastanza grato.
Oppure il mio maestro delle elementari, figura ormai avvolta nella leggenda, che ci faceva ascoltare le sinfonie di Beethoven e giocare a scacchi.
Ricordo il valzer di Strauss e un astronave che gira nello spazio, i volti un poco annoiati di mia madre e di mia nonna, per me invece un'emozione indimenticabile e l'ingresso nel vero cinematografo.
Mi piace pensare che un giorno ancora sarà così...



lunedì 22 settembre 2014

...avanzi...

Ieri grigliata.
Quest'anno sono andato, forte ne ho fatte almeno sei forse più; non saprei, i ricordi sfumano nell'alcool.
Ma ieri non era una grigliata normale, proprio no. EMME aveva chiamato a raccolta i parenti, grandi e piccoli.
Allora io ero preparatissimo: due griglie, 27 salsiccine monoporzione e una scatola di arrosticini, due kg abbondanti di mozzarella di bufala, formaggino alla cipolla (stavolta tritata un pò troppo grossolana), pomodoro per bruschetta, pane in abbondanza, birra, vino e superalcoolici vari.
Ma "loro", che per motivi a me ignoti, nonostante i tempi bui che viviamo sono sempre allegri e compagnoni non si fanno mettere sotto e rispondono con: 2 provole di classe da almeno 1/2kg cadauna, braciolette messinesi in numero di (almeno credo non le ho contate) 12 (12 spedini che significa 48 pezzi), un'abbondante parmigiana di melanzane, un vassoio di dolcetti di pasta di mandorle ed in dono una bottiglia di "Amaro di Sicilia" di cui sono ghiotto.
Le fumane della carbonella ci avvolgono, i pargoli vagano tranquilli e il balcone si anima di un sereno vociare, il "padre" di EMME attenta alla vita della figlia lasciandogli scivolare in testa una bottiglia di vetro ma tutto si risolve in una grossa risata. Sarà per un'altra volta.
Daje. Ci diamo giù con tutti i sentimenti e nella mia qualifica di fuochista, sbuffo e sudo ma porto a termine con successo i miei compiti. Al termine mi rilasso con un sigaro cubano e mi fa compagnia il nostro "vaticanista"!
Direi che è andata bene e continuerò a mangiare "avanzi di classe" per almeno un paio di giorni, nonostante al termine sia stata fatta una distribuzione dei "pani e dei pesci".

GRILL IS LIFE

giovedì 4 settembre 2014

...non è contagioso...

Vince nella categoria "Cibi di cartone": ROPPAPULLA! Il nome è inventato ma sarà sicuramente simile.
Sono quei mini salamini dalla forma a "stronzetto" al sapore di alce (?!) in vendita dal nostro rivenditore di #mobilifinti preferito!

Al primo morso, e ti stai già domandando perchè stai ingurgitando un sacchettino di pupù, vieni avvolto da un chimico sapore di...alce appunto.

Il maestoso cervide sa dunque di questo! Te ne rallegri ma non capisci, comunque il potere della chimica è tale che non puoi fare a meno di masticarne altri tre o quattro; ed è a quel punto che viene fuori il retrogusto di cartone pressato.

Immagino che per fartelo pagare molto poco (mi pare non più di 3€) ci abbiano grattugiato dentro non oltre un paio di picogrammi di alce, l'osso direi (che dell'alce non si butta nulla).

Dunque ancora una volta i maghi del marketing hanno avuto ragione della mia scarsa dotazione di neuroni e gli è bastato avvolgere le loro deiezioni in una colorata bustina sostenendo che si trattava di un prodotto esotico ed innovativo per darmela a bere.

E dire che le aringhe affogate nella bava non erano poi così male...

Io poi volevo scrivere un post ispirato su Rem Koolhas, sul suo Junkspace e sul quartiere dell'EUR...ma proprio non ci sono riuscito!

#SOLOCAZZATE  ...sempre...


venerdì 29 agosto 2014

In Ordine Sparso


...avete presente il monolite nero di 2001 un' Odissea nello spazio? Quello che appare alle scimmie all'improvviso. Ora è nella mia camera e mi osserva. Non è di pietra ma di legno e per montarlo mi sono stirato i muscoli del collo, che ora mi dolgono assai.
I bizzarri motivi psichedelici che lo adornano ispirano più che sicurezza una bizzarra sensazione di streaniamento.
Vorrei porgli in cima una televisione (un vecchio apparecchio a tubo catodico), per completare l'opera e renderlo simile, anzi tale e quale ad un totem. Mi ricorda le nuove divinità di American Gods... 


...io voglio dormire. Sempre. Vorrei potermi svegliare intontito e prendere un caffè solo per riprendere quel poco di lucidità che ci vuole per capire che è il momento di coricarsi. Avrei passato la mia vita a dormire senza combinare nulla. Il che avverrà comunque... 


...mi ero dimenticato che gli anni '70 si chiudono con London Calling e gli anni '80 si aprino con Kill the Poor. Ah! Gli indimenticabili Dead Kennedys...

domenica 24 agosto 2014

P.M. ovvero "porko mondo"...social

Flickr non mi fa più accedere.
Mi richiede delle informazioni che io correttamente gli fornisco ma dice che sono sbagliate.
Già essere "social" mi affligge poi se me lo rendono pure difficile...

Da qui riuscivo a twittare, ora da casa non più.
E mi viene da pensare che non ho bisogno di tweets, nemmeno un pò.
Eppure la perversa spirale "social" mi avvolge e mi stritola: voglio poter accedere per NON tweettare.

Il paradosso delle nostre menti ormai ritorte.
Potere ciò che non si vuole.



giovedì 31 luglio 2014

pensieri sciocchi

Apro lo schermo grande del portatile di casa. Sono tornato.
Un pensiero si affaccia prepotentemente da giorni e allora lo scrivo, bernchè di scarsa importanza.

Sono tornato in questi anni ultimi tre anni a visitare città, musei e luoghi in generale che avevo scoperto in gioventù, ormai più di vent'anni fa, nei miei primni viaggi oltre cortina.

Mi sono stupito nel ritrovarmi davanti agli stessi dipinti, agli stessi scorci e in alcuni casi alle stesse atmosfere.

E sempre, attraversando Berlino, Parigi o, quest'anno Amsterdam, ho pensato "...ho visto l'Europa prima dei lucchetti...".

Tiè, l'ho scritto. Non so perchè ma continua a girarmi in testa...


martedì 29 luglio 2014

...commozione...

La capitale che ospita il tanto vituperato Parlamento Europeo ha come piatto tipico "cozze e patatine fritte"!
Questo dovrebbe farci riflettere.
Ha però anche un invidiabile museo dedicato alla nona arte, il fumetto, che ospita sia retrospettive che mostre dedicate alle novità, oltre ad una sezione permanente ed è sito in un edificio straordinario immaginato dal genio dell'Art Nouveau Victor Horta.

Già mi ero commosso e guardare le tavole dei disegnatori dell'ex Yugoslavia, patria dell'underground europeo che quasi giungo alle lacrime all'interno dello shop del museo, che da solo fa impallidire qualsiasi negozio di fumetti nostrano, quando vedo, e in preda ad un irrefrenabile impulso acquisto, una guida turistica alle città immaginarie di F. Schuiten.

Mi commuovo anche in un pub, poco dopo, quando ci servono mezzo litro di birra (la Maes mica pizza e fichi) a soli 4€...


domenica 27 luglio 2014

...nonna Cafè e hard-fetish...

Brevemente il resoconto del sesto giorno inizia con la visita alla mostra sui supereroi di cui parlavo ieri, che si svolge alla "Citè de la mode" al 38 di Quai d'Austerliz. Segnatevelo perchè è un luogo che merita, se non altro per l'enorme tubo verde che si affaccia sulla Senna.
Meravigliosi, buonissimi (e costosi) hamburger vegetali nel fast-food al pianterreno.

Poi alla FCB dove incontro e chiacchero con un giovane, felice possessore di una Leica IIIf originale. Li complimenti.

E poi in treno ad Amsertdam dove scopriamo di alloggiare nella stanza più piccola che abbia mai vista ma con un minifrigo (vuoto) all'interno e un piatto doccia immenso!
Il gestore è ovviamente un vecchio non completamente padrone della situazione...

Il settimo giorno si riposò. Dio. Noi no e continuiamo a camminare indefessamente per altre 12 ore.

Props della giornata:
    -le patatine fritte olandesi

    -le pistole dei pirati al Rijskmuseum

    .il ritratto del figlio ciccionissimo di un ricco olandese del 700' che mi ha fatto sbellicare dalle risate.

Ovviamente non me lo ricordavo ma per visitare quel museo serve praticamente un giorno e no avevamo solo quattro ore.

Compro dei sigarini olandesi in una tabaccheria di ultralusso e immediatamente mi viene un raffreddore potente.
ora tachipirina 500 e a ninna.

Però adesso possiedo ua nuova camicia hawaiana...

Salutiamo l'anziano proprietario e i suoi famigli truffaldini e ci dirigiamo a Bruxelles, dove arriviamo in serata e per giungere all'hotel dobbiamo attraversare una zona quantomeno equivoca.
Però è un albergo vero e proprio con tanto di...bidè! Applausi!

Di fronte il baretto di nonna Cafè (cè bon, cè fait a là maison) accanto ad uno di attrezzature per l'hard fetish. Che è meglio di no.
Poco più in la un evento gay anima la stradina che porta alla piazza principale del paese dove stazionano felici giovani e meno giovani, più o meno tutti accampati sul selciato...

Per oggi può bastare e torniamo a dormire...

sabato 26 luglio 2014

Help!

...siamo rinchiusi nella stanza piu' piccola del mondo con una temperatura da serra tropicale, circondati da filippini gentilissimi che dicono solo Si' Si' e non capiscono un accidente.
La connessione nella camera e' assente e sto scrivendo dalal hall con una tastiera con tutti i tasti spostati!

Forse ce la faremo...

giovedì 24 luglio 2014

Memento Mori

Giorno cinque a spasso per Parigi.
E' comunque il giorno del pic-nic sulla Senna, appuntamento immancabile per noi ogni volta che ci ritroviamo in questa città e a quanto pare anhe per tutti i parigini, che ne affollano gli argini.
L'importante è sempre avere con se la giusta dose di formaggini puzzolenti, patè di animali vari e vino!

Dopo la scelta è tra una mostra su "Star Wars", una sui super-eroi della Marvel e una, al museo d'Orsay, intitolata "La morte all'opera".
Eh già, chissà quale avrò scelto?!

E tra i vari Renoir e van Gogh, Monet e Degas che riempiono le sale il quadro che da sempre mi diverte di più è "I Romani della decadenza " di T. Couture che mostra due individui dall'aria accigliata e dalla posa plastica che guardano una fantastica orgia romana in piena regola palesemente arrabbiati per non essere stati invitati.
E gliela stanno a tirare pure!

O tempora O mores...

mercoledì 23 luglio 2014

Nobiltà!

Il quarto giorno ci spostiamo a Parigi dove scopro altre foto di Norilsk, la sperduta città mineraria siberiana che è anche il luogo abitato più a nord della terra.
Due donne hanno documentato la vita in questa città, Elena Chernyshova e Francoise Huguier. Questo mi incuriosisce ma è tardi e andiamo a cena dal sempre memorabile Chez Marianne.

Questa volta:
    falafel
    feta
    kefta
    zaziki
    caviar aubergine aux sesame
    aubergine (fritte)
    taboulè
    hoummus
+la pita e una Guinness fresca!

Personaggi bizzarri incontrati:
    alla stazione di Arles una pazza, che io erroneamente interpreto come una barbona, mi domanda se ci sono (nel distributore) bibite da un euro. Me la ritrovo sul pullman insieme ad un buffo famiglio vestito di verde e con dei ridicoli calzoncini corti che la fotografa con il suo smartphone ripetutamente ed ovviamente trasporta a fatica i numerosissimi bagagli della "contessa". Naturalmente acompagnata da un botolo bicolore.
Anche loro sono diretti a Parigi, peccato averli persi di vista...

martedì 22 luglio 2014

Il Ritratto

 Oggi abbiamo visitato tre gallerie di ritratti, tre (grandi) fotografi che hanno, e ancora lo fanno, dedicato il loro tempo a fermare il volto.
Volti di morti o di gente che presto lo sarà.
E' questo il potere della fotografia, mi chiedo, mentre attraverso le sale di un'abbazia del 300'?
Là dove ora sono appesi gli occhi spenti che mi osservano un tempo camminavano dei monaci.

Ma tralasciamo i miei pensieri, che già volgono verso altre mete e rimaniamo all'essenziale e parliamo della "panza".
Per voi lettori un umile consiglio...andate a cenare (o pranzare anche) al Fad'olì e prendetevi un panino o un insalata, di quelle con il tomino di capra sopra. Vino della casa (ma biologico per quel che vuol dire) e prezzi accettabili.

Poi magari ve ne andate a smaltire i fumi dell'alcool passeggiando lungo il fiume con il vento forte che ripulisce i pensieri.

Ma attenti a non distrarvi troppo...

lunedì 21 luglio 2014

...giorno due...

2° giorno: Una scorpacciata di fotografie, forse meno ricca dell'anno scorso ma ugualmente interessante.

Viene per giunta esaurito un mio desiderio e tra le varie esposizioni ve ne è una dedicta ad August Sander con praticamente tutte fotografie per me inedite.
E di nuovo provo quella bizzarra sensazione di ilarità di fronte ad alcuni suoi scatto che sento come profondamente inappropriata vista la sua storia personale, quella del suo libro ed in ultima analisi anche, ma dovrebbe essere la prima, quella dei suoi sogeetti.
Pure sfido chiunque ad osservare la foto dal titolo "Rivoluzionari" ed a trattenersi dal ridere di gusto.
Giovanili passioni e speranze infrante, forse anche una buona parte di storia del 900' sono condensate in quei volti eppure a me vien sempre un gran sorriso.

Comunque, facezie a parte, qui ad Arles se ne vedono delle belle compresa la storia fotografica di un geranio olandese, artistici copertoni nel bel mezzo del sahara e un prato radioattivo nei pressi del mare d'Aral.

Una robusta colazione ci è sicuramente d'aiuto ma verso le tre del pomeriggio la fatica inizia a farsi sentire e proseguiamo grazie alla nostra determinazione, da un edificio ad un altro fino al pomeriggio inoltrato. Alle 19.00 invero cessa ogni attività ma ormai siamo al sicuro nella camera dell'Overlook.

Appese al muro delle scale vecchie stampe di pellicole degli anni '30 completano l'arredamento e riportano in vita i fantasmi di un tempo che fu...

domenica 20 luglio 2014

Overlook Hotel

Primo giorno. Siamo arrivati ad Arles in serata e mi è subito evidente che alloggiamo all'"Overlook Hotel".
Stanotte si apriranno le porte dell'armadio vintage che alligna di fronte al letto e si paleseranno due gemelline vestite come "Alice nel paese delle meraviglie".

L'albergo è un curioso miscuglio di fatiscenza e ristrutturazione, come se non volesse arrendersi al passare del tempo e delle epoche.
La statua in bronzo di un arciere adorna l'ingresso e vecchi mobili, direi materiale da mercatino dell'usato, riempiono i corridoi.
Un tavolino tondo con uno specchio al centro, una sedia imbottita con un bracciolo rotto, un armadio di risulta chiuso con un pezzo di nastro adesivo.

Eppure l'insieme, non è malsano, anzi direi gradevole, si ha come l'impressione di trovarsi in un angolo d'800'.
Ora vado...ho sonno...salrò le scale scricchiolanti fino al piano superiore e aprirò la porta dl corridoio...

mercoledì 16 luglio 2014

...il grande repulisti...

Basta un click.

Era venuto il momento, bisognava eliminare chi non posta più da tempi infiniti.
Quante volte ho rischiato di finirci anch'io in quella lista.

Però lo faccio.

Una mattinata piena di sole ma uggiosa.

Ascolto questo.



...forse non aiuta...

In fondo all'elenco c'era la SweetHome. C'era.

Non è scomparsa, ora è la SickHome.

...però mi si ferma il dito per un attimo...

Come si fa ad eliminarla? Come si fa a far scomparire nell'etere digitale anni di post, anzi anni di parole condivise?¹

Anni fa mi era venuta la bizzarra idea di stampare tutti i post che avevo scritto e conservarli, per fortuna ho desistito.

"...e bisogna guardare avanti, e indietro non si torna, e si chiude una porta e si apre un portone..."

Rivendico il diritto alla nostalogia.

Mi scappa un sorriso...rivendico il diritto al disagio.

Click, fatto.


¹ Non si può.

domenica 6 luglio 2014

..."per le mani"...

...allora perchè scattare in analogico? Con un'obsoleta pellicola?
Ma io personalmente o come riflessione critica?

Partiamo da me medesimo, il soggetto che credo di conoscere meglio.
Innanzitutto, come sempre, le mie azioni sono spesso guidate da un intento ludico, insomma mi piace.
Più prosaicamente inoltre quando comprai la mia prima (la seconda a dire il vero) reflex, ormai già in piena era digitale, avevo a disposizione non molti denari e per un prezzo più che dignitoso rimediai una Nikon f801s con un 35-70 (pure lui Nikon). Direi accettabile.

Io non ho preclusioni nei confronti del digitale, lo considero sicuramente una miglioria, più pratico ed efficiente. Oggi viviamo in un mondo compiutamente elettronico, quantomeno registro questa situazione, e la fotografia digitale è sicuramente la più appropriata a veicolare e scambiare informazioni.
Non mi appassiona nemmeno il dibattito, molto di moda in questi tempi di "vintage", riguardo all'artisticità degli scatti analogici dovuta agli effetti imprevedibili della pellicola, spesso scaduta, e di vecchi obbietivi magari un poco scassati.
Certo sono sicuro che ci siano delle differenze, anche marcate, nella stmpa, nei toni, nei chiaroscuri, che un algoritmo, per quanto sofisticato, non può riprodurre ma mi sembra ben poca cosa rispetto al "progetto" che è poi, analogica o digitale, il fine ultimo della fotografia.
Vabbè "fine ultimo", forse ho un pò esagerato, insomma magari uno fa pure le foto in vacanza e poi e le riguarda a casa. Comunque anche lì c'è un progetto.

La fotografia analogica mi convince e mi affascina perchè, è lapalissiano, c'è la pellicola.
Un "oggetto" vero, non un insieme di 0 e 1 ficcati da chissà quale parte. Non scompare se si brucia l'hard disk del mio computer, magari finisce in un cassetto o in un baule. Va all'asta o resta sepolta in un magazzino al polo nord ma è lì in attesa.
Forse un giorno ci sarà una simile para-archeologia digitale e scopriremo misteriosi insiemi di dati, persi in qualche anfratto della rete.

Oggi no. Oggi, se vuoi avere qualcosa "per le mani", devi ancora maneggiare una pellicola...
Ovviamente la foto sopra l'ho scattata con il mio obsoleto cellulare...

domenica 22 giugno 2014

Maledetta crisi non mi avrai!

Prossimamente parlerò di un tema alto, l'Architettura. Pensieri profondi, linguaggio alto e parole arcane.
Nel mentre: cazzate!

Avete notato come ci sia una notevole differenza tra i vari punti vendita dei discount? Anche se fanno parte della stessa catena e pure se si trovano vicini.

Ad esempio nei pressi della mia abitazione ci sono due Todis.
Uno è elegante e frequentato dal bel mondo, signore impellicciate con annesso bangladeshi-factotum, coppie sorridenti e bambini allegri.
L'altro ha una clientela famiglia Addams, gente brutta e rognosa che non disdegna di imbruttirti quando passi.

Forse ho romanzato un poco, non molto solo un pochino però su di una cosa non mi sbaglio, c'è una differenza abissale nella qualità delle birre proposte.

Ora le marche di birra da discount non sono un granchè, bottiglie di plastica a 0,42 cents per soddisfare la più esigente clientela di ubriaconi incalliti eppure a volte e solo in alcuni punti vendita si trovano delle sorprese da fine intenditore.

Birre belghe o di abbazie francesi sconosciute, sentori di fragola e sottocoda di quaglia, insomma un gran bel bere e per giunta a prezzi assai convenienti!

Ergo anche in questi tempi di crisi, con un minimo di attenzione, si possono ottenere prodotti raffinati ed eleganti; non fermatevi singhiozzando di fronte alle porte di un alimentari di lusso, tristi e sconsolati per la presenza nel vostro portafogli di appena 1,62€ e proseguite tronfi verso il più vicino discount, esploratene con piglio darwiniano gli scaffali e tornate a casa ancora una volta gonfi di cibo economico e saporito!

martedì 10 giugno 2014

Uno sguardo proteso verso il FUTURO!

Mi sono licenziato.
Beh in realtà ho ceduto le mie quote. Per un compenso simbolico.
Comunque...sono libero.

Da due settimane, e ancora non so cosa scrivere. I post si affastellano nel cervello ed evaporano non appena mi siedo davanti allo schermo del computer.

Ho riconquistato a forza un certo grado di serenità, ora devo farne buon uso, che significa non fare nulla per almeno tre mesi; andare in vacanza a fare il bagnetto, visitare città e paesi (non molto) lontani, giracchiare a fare fotografie.

Ah già. In questo clima ormai torrido e afoso la marcescente capitale mostra, ora che è stata liberata dai suoi impegni, il suo lato migliore.
Fiumi di turisti eterodiretti, macchine imbottigliate e guidatori imbufaliti, perfino lo stress imperante nei volti e nelle parole mi sembra, adesso, sopportabile.

Allora come fare?

N°1 Spendere soldi inutilmente, comprerò un nuovo quadernino da Muji per annotare le idee per i post e pure una nuova penna. Tiè!

N°2 Andare in giro a caso armato di macchina fotografica analogica e t-shirt con frasi celebri. Bullarsi è bene!

N°3 Restare immobili alle 15.45 del pomeriggio. Per ricordarsi sempre.

...e per giunta scrivere almeno un post a settimana...

Non c'era, non c'è e non ci sarà mai fine alle boiate che mi passano per la testa, perchè privarvene?




lunedì 19 maggio 2014

ma dde che stamo a parlà

...ma dde che stamo a parlà...

Questo modo di dire, questo motto, tipicamente romanesco sta a significare che l'argomento oggetto della discussione presenta una spiegazione lapalissiana oppure è già stato superato dagli eventi.

Ad esempio: "...ma quale sudditanza ssicologgica, ià regalato i rolex, ma allora...dde che stamo a parlà...", oppure "...se mò i sordi ai penzionati ma se ssè inculato ottanta miliardi, si milioni, ma che ne sò, comunque dde che stamo a parlà...".

Tutto vero, tutto ascoltato con queste mie orecchie.

Pure, anche se il motivo del contendere nei fatti non esiste ormai più, la discussione va avanti. Continua ininterrotta per ore, tra improperi e argute considerazioni, mai si conclude per protrarsi in un infinita serie di "se", "ma" e "però".

E monta un livore e un'impotenza rara, sale un disgusto, si raggiunge il culmine dello sdegno e poi si scende d'intensità, ci si placa ebbri delle parole appena pronunciate.
"Vabbè vado che sennò me pija a male...poi tanto...dde che stamo a parlà."

Ecco appunto, state zitti. 


mercoledì 5 marzo 2014

...importanti concetti...

Nel dubbio di non averlo mai scritto vorrei ribadire un concetto.
Molte persone devono riempire il vuoto.
Lo riempiono con parole e suoni.

Parlano incessantemente, spesso a se stessi anche di fronte a loro ci sono degli interlocutori.
Non pensare è il movente ultimo di questo comportamento.

Restare immobili dove si è agitando parole senza costrutto, niente a che vedere con la chiacchera rassicurante degli amici.
Si va avanti a parlare per vomitare fuori tutta la frustrazione di cui si è portatori. Invece di tramutarla in intenzione e azione si muove l'aria per rimanere fermi!

A volte fatico a reggere...

A volte sogno di vivere lontano...

Vabbuò basta con le scemenze, è stato un mese complesso e ho cose da raccontare assai più piacevoli!

giovedì 30 gennaio 2014

Il "vintage" secondo me.

Mi affeziono agli oggetti?
Sicuramente no. Probabilmente si.
Il "nuovo che avanza" non mi ha mai convinto, neppure in gioventù e da sempre quella patina di vissuto che avvolge gli utensili che mi circondano li rende più amichevoli e attraenti.
Sono fortunato, questo è il tempo del "vintage" e sono circondato da oggetti usati ancora in buono stato. Basta fare un salto in qualche mercatino e mi ritrovo a spulciare tra vecchie tazzine, giocattoli, antiquate macchine fotografiche, libri e fumetti, tutti sgualciti e usurati ma ancora funzionanti.
Un sistema assai semplice per rimanere in contatto con il passato, con i ricordi belli e brutti, con gli insegnamenti e le parole di chi magari non c'è più.
Senza inutile nostalgia e neppure per magnificare i meravigliosi "tempi andati" ma solo per evitare di rimuovere le esperienze che mi hanno portato fino a qui.

Dunque ecco due fotografie di una padella che mi ha acompagnato in tanti momenti felici.

La prima è stata scattata parecchi anni fa, direi nel 2002 o giù di lì quando vivevo ancora a casa della buonanima di mia madre, si intravede il disegno delle piastrelle verdi della cucina.
Fagioli e salsicce! Un piatto sano e nutriente.

Nella seconda ho documentato il suo ultimo piatto, sempre fagioli e salsicce, che ho cucinato con estrema gioia qualche giorno fa.
Era ormai incrostata e irrimediabilmente rovinata ma la immagino felice mentre portava a compimento la cottura degli ingredienti e il sugo scoppiettava e ribolliva allegro!

Il grasso delle salsicce si scioglieva con delicatezza andando ad insaporire il tutto e la padella al termine si addormentava felice.
Dodici e forse più anni di onorato servizio, ecco quella che io chiamo una "grande carriera"!

martedì 7 gennaio 2014

Perchè si!/2

Vivian Meier è stata una grande fotografa americana; a sua e nostra insaputa. Il suo lavoro, i suoi scatti, ci era completamente sconosciuto fino a quando casualmente i negativi delle sue fotografie sono stati acquistati ad un'asta nel 2007.
Una volta sviluppati e stampati ecco che si è svelata la meraviglia.

E' notizia di qualche tempo fa il rinvenimento in un vecchio magazzino in antartide di alcuni negativi, anche in questo caso ancora da sviluppare, di alcune foto della spedizione di Sir E. Shackleton del 1917.

E che dire della famosa "valigia messicana" di R. Capa!

Ecco perchè mi piace scattare in analogico, perchè esiste, perchè c'è, e mi piace toccarlo e guardarlo, il negativo.
Non ho nulla contro il digitale che ormai si può dire tecnicamente superiore, tecnicamente e in termini di resa dell'immagine ma delle foto che scatto voglio che resti non solo una "traccia" ma la foto stessa nella sua interezza.
Nel fondo di un cassetto, dentro un armadio, magari dimenticate e polverose ma le mie foto ci sono e non basterà uno sbalzo di corrente o unqualche incidente tecnico a cancellarne la "memoria".