venerdì 21 agosto 2015

RI

La stagione è finita.
E' passato il 15 di agosto.
E' dunque tempo di ultrakover.

Ho 2,50€ in tasca che non bastano per il cornetto verde, però mi consolo con l'idea fasulla che stampando dei provini dalla pellicola io possa guadagnare in appeal e meraviglia. Provo anche a ingrandire un'istantanea di qualche tempo fa che sembra invece provenire da almeno quaranti anni addietro. Navigo per larete, divento social, ascolto le cicale ormai stanche e ascolto filosofi con il moccio.



E così posso retrodatare e risignificare esperienze che non ho mai avuto, riascoltare vecchi brani di memoria, ricomposti per l'occasione in un collage alternativo alla realtà, rivivere un pezzo di futuro insomma.



Ripassare, sempre...

mercoledì 12 agosto 2015

à la plage

Tre considerazioni:
 - la nostra ospite é un personaggio archetipico appartenente alla categoria delle ricche studiose o artiste bohemien
- Stephen Shore che ho sempre snobbato si é invece rivelato un fotografo che mi stimola pensieri e forse azioni
- J. Tardi ha illustrato "Viaggio al termine della notte" e io non ne sapevo nulla

La spiaggia di Pièmanson é un'insieme variopinto e ordinato di migliaia di roulottes, pure non mi disturbano, anzi riesco a leggere pur nell'assenza di un'ombrellone.
Eppure uno degli aspetti che continua a stupirmi è la varietà di cibi precotti che é possibile trovare nei supermarket di tutto il mondo...

lunedì 10 agosto 2015

la scomodità genera cosa?

...il primo giorno é quasi terminato e cerco di postare da una bizzarra tastiera MAC (azerty) a me sconosciuta.
Abbiamo visto già almeno qualche migliaio di fotografie e la mente fugge lontano. Di sicuro il cambio di passo è evidente, ma non mancano bizzarrie e stranezze.
Forse vincono le copertine dei vecchi 33 giri e passano inosservate le vere novità relegate in una stanzetta umida.
Per me, la sezione dedicata all'editoria resta una delle migliori; insieme al finto prato dell'area lounge. La birra di grano nero schiarisce il cervello e "DUST" mi allieta per qualche minuto sprigionando tutta la sua fosforescente potenza.

Ma è tempo di riposare, guadagnare una qualche familiarità con l'intorno per poi ripartire subito...

mercoledì 5 agosto 2015

blando #HatePost

Nel dubbio che a qualcuno interessi ne voglio scrivere.

Si, si può imparare ad essere sociali e socievoli.

 - buongiorno, buonasera, come va?, che bel bambino!


Frasi pronunciate con tono squillante e accompagnate da un sorriso. Battutine ironiche, allusioni, racconti di vita e quant'altro per sentirsi a proprio agio e far sentire agli astanti un'umana comprensione.


Si può anche diventare "social"!

Io ora ho: Twitter, Facebook, Flickr, Google+ e pure Pinterest (anche se mi hanno accalappiato con un trucco e non l'ho mai usato). Ed è mia intenzione di interfacciarli tutti in modo che ogni verità che io scriva su uno di essi rimbalzi automaticamente su tutti gli altri, per avere più visibilità, like ed amici.

Ma resta il fatto che quasi sempre a me del prossimo non frega un granchè, men che meno della sua vita e dei suoi problemi. Anzi mi piacerebbe ammorbarlo (il prossimo, che quello che stava qui se ne è andato) con le mie interessanti elucubrazioni sul ruolo teorico della fotografia nel 900', con la mia critica al modernismo e al suo utilizzo (mai appieno compreso) del cemento armato e sull'epistemologia del digitale terrestre.

Comunque si può, impegnatevi anche voi...

martedì 4 agosto 2015

l'aeroporto, l'EDEN

Immagino spesso di vagare per un aeroporto vuoto. Nel mio sognare è ordinato e pulito ma credo che a patto che sia vuoto non mi dispiacerebbe camminarci nemmeno se fosse in rovina. Gli aeroporti sono luoghi meravigliosi, più di ogni altro rappresentano specificatamente e con perizia chirurgica la condizione umana. Schizofrenia e autismo di intere popolazioni mischiate assieme. Tutti, nel significato letterale della parola, abitano l'aeroporto, e tutte le merci e i servizi sono ugualmente lì presenti. Ma nessuno sente di appartenervi, nessuno ha la coscienza di essere a casa. Gigantesche tribù di nomadi lo attraversano senza spostarsi, prendono senza possedere ed infine lo usano senza fare nulla.
Spesso quando sono in partenza vorrei restare sdraiato sulle sedie a guardare il sole sorgere attraverso le vetrate, sicuro da tutti i mali e certo che nulla mi potrà mancare.
Sognare un aeroporto vuoto è come proiettarsi in un Eden che mai potrò raggiungere. Dunque è un pensiero che riesce a placarmi.

lunedì 3 agosto 2015

vorrei sedere stanco

scrivevo qualche giorno fa

"...ieri la canicola infernale di questi giorni si è sommata ad un'umidità record, mal di testa e stanchezza mi hanno accompagnato fin dalle prime ore del mattino.
I cittadini della ingovernabile capitale arrancavano spintonandosi e meravigliandosi, ancora una volta, dell'ovvio. Increduli di fronte ad una routine composta da scioperi, sporcizia e miopia.
Pure, nonostante tutto questo, la simpatica e pittoresca comitiva di personaggi che stazionano al baretto dietro l'angolo non si è scomposta. Con grazia e precisione si sono limitati a transumare dai tavolini rotondi e metallici che li ospitano sul marciapiede a quelli di formica (io li immagino così) che si trovano all'interno, per poter godere della delizia dell'aria condizionata.
Un gruppetto eterogeneo di camicie, canotte (proprio loro) e pantaloncini corti guarniti da discorsi su politica e donne, inframezzati da sporadiche battute. Ormai hanno preso il controllo del locale, tant'è che verso il primo pomeriggio, quando cammino stanco verso quel luogo per rinfrancarmi con un pò di gelida caffeina spesso li trovo muti e soli lì dentro.
"nte preoccupà, mò ariva [intendeva la barista], siedete"
Così mi siedo e attendo circondato da una simpatica atmosfera da provincia americana; un misto tra "un tranquillo week end di paure" e "non aprite quella porta" però declinato in salsa italiana..."
è molto rassicurante