martedì 26 aprile 2016

palazzi nuovi per vecchie strategie

Torno a scrivere dopo una lunga pausa. Una breve premessa: sono affascinato, per misteriosi motivi, dall'architettura delle periferie urbane, che visito e fotografo quando posso.
Dunque ieri, approfittando della bella giornata, siamo usciti e ci siamo diretti verso una zona poco distante dal mio luogo di lavoro. Palazzi e palazzine, nuovi e ancora puliti e decorosi, sorti come funghi in mezzo a quelli che fino ad una decina di anni fa erano campi incolti. Tutto sembra organizzato ma un poco alla volta si capisce che qualche cosa è andato storto.

Perché le aree verdi, prati muniti di illuminazione e panchine sono ancora recintati? Perchè mai poi dovrebbero essere recintati e inaccessibili se il loro scopo è quello di offrire ristoro ad un luogo dove poter chiaccherare? Mancano strade e collegamenti ed una chiara linea di demarcazione separa tipologie diverse di edifici, chiaramente tutti costruiti in blocchi ma in varie epoche.
Una gran parte, si potrebbe affermare tutta, della periferia romana è stata costruita senza alcun piano regolatore, senza servizi, semplicemente edificando gli edifici uno accanto all'altro per fare profitto e gonfiare i bilanci. Sento ripetere questa considerazione dalla fine degli anni 80', in riferimento a quanto era stato fatto nei venti o trenta anni precedenti. Cosa è cambiato? A me pare assolutamente nulla.

Queste mie considerazioni sono ovviamente evidenti, scontate e anche un poco noiose ma ieri, nel mezzo di un'area di recente costruzione ed ancora, lo ripeto, pulita e apparentemente ordinata sono rimasto veramente attonito e sorpreso.