Domenica scorsa, senza timore alcuno, dopo il pranzo familiare mi sono recato al
MAXXI. Le visite in questo bizzarro museo hanno il sacro potere di riconciliarmi con il mondo, ne esco sempre rinfrancato e sereno. Come è possibile? Non saprei, però questa volta mi aspettavano i progetti di
Le Corbusier in Italia.
Scopro con disappunto che tutti i suoi progetti per la nostra distopica penisola non sono mai stati realizzati, e dire che è stato in contatto con il mondo dell'architettuta italiana fin dai tempi del Duce. Vittima anch'egli di quell'attitudine nostrana ad incensare i progetti e mancarne la realizzazione.
"Si bello, bellissimo, vedremo...", "...meraviglioso, forse però sarà difficile ottenere tutti i permessi...", "Un progetto all'avanguardia, si integra perfettamente nel tessuto urbano, magari...".
Eppure...ancora una volta la storia conferma il mio pensiero.
Le Corbusier, giovane figlio di una ricca famiglia, viaggia. In otto anni visita praticamente tutta l'Europa e in particolare l'Italia, scrive, prende appunti e disegna tutto quello che vede; i suoi taccuini esposti testimoniano un desiderio incrollabile. Fotografa molto con le semplici macchinette dell'epoca e nel mentre elabora la sua poetica...
Viaggiare. Ecco che di nuovo si manifesta prepotente il sogno ormai da tempo mi porto dentro, viaggiare.
Ma ora è lunedì mattina, fuori tira vento e grigiume, sulla scrivania i documenti aspettano di essere riordinati ed in cucina c'è un serio bisogno del super-sgrassatore. Oggi sogno, domani viaggerò...
