venerdì 17 ottobre 2014

luoghi-assurdi

Manca poco al mio rientro nei ranghi dei lavoratori. Lo spero e lo detesto insieme. Dunque cerco di sfruttare questo tempo che mi rimane girando alla ricerca. Di cosa? Di luoghi da fotografare, ben sapendo che a breve i momenti da dedicare a questa passione saranno ben poca cosa.
Allora oggi ho inforcato la mia bicicletta e mi sono lanciato su una delle strade romane a intenso scorrimento che si dipartono dalle vicinanze di casa e che, a mio giudizio, poteva ospitare delle posibilità interessanti.
Ho così scoperto l'ennesimo luogo assurdo di questa ridondante capitale. Come se non ce ne fossero abbastanza.
Ma intendiamoci, i luoghi assurdi lungi dall'essere non-luoghi, hanno una loro specificità e un loro, per quanto ormai dimenticato, utilizzo.
Sono stato edificati, il più delle volte, si per ingraziarsi gli elettori o per foraggiare una qualche ditta di amici o parenti ma non senza intendimento.
In questo caso lungo il viale c'è la guida per i non-vedenti, una rampa per i disabili, panchine e praticelli. Poco distante da me un furgoncino dell'AMA puliva la strada, ne sarebbero serviti dieci ma almeno uno c'era.
Si avverte però, prepotente e palpapile, l'atmosfera di decadimento; i cassonetti rigurgitano e, segno ancor più incontrovertibile, le erbacce prosperano senza controllo. Il processo di trasformazione in rovina è in divenire, proprio sotto i nostri occhi.
Due anziani siedono stanchi, un gruppo di giovinastri porta a spasso un cane e bivacca su di un muretto e un bizzarro tipo vestito d'arancione fa jogging su e giù per il viale.
Una sfilata di balconi si affaccia sui prati poco distanti. Eppure c'è silenzio, una qualità da me sempre apprezzata.
Si, potrei vivere lì e ne sarei un assiduo frequentatore...


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