giovedì 21 dicembre 2017

stranezze


Caro Diario,
ho provato qualche giorno fa un bizzarro tipo di malessere, un disagio raro che non avrei creduto possibile. Ma bisogna che ti spieghi dal principio.
L’occasione era lieta, mi trovavo a visitare una delle più importanti fiere del libro di questo paese, in un luogo prestigioso e rinomato. Eppure fin da subito, sicuramente complice la gran massa di genti venute come me a curiosare, mi sembravo fuori posto, ignorante oltre ogni misura mentre ascoltavo i dotti discorsi degli editori su questo o quell’importante e significativo scrittore di cui io nulla sapevo; ma soprattutto mi risultava avversa la gran massa di libri ordinatamente impilati.

Chi mai li leggerà? Domanda assurda per un accumulatore di libri come me. Da dove veniva fuori quel maligno pensiero? Come osavo? Eppure non riuscivo a liberarmene mentre giravo ormai indifferente e attento al tempo stesso per i molteplici corridoi. C’era tutto e non sapevo che farmene.

Un riflesso dell’età forse, un’avversione ormai dichiarata verso il prossimo sicuramente, e infine il fastidio verso un mondo che produce incessantemente avendo già prodotto incessantemente.

Al termine però qualcosa ho trovato...



Nessun commento: