mercoledì 11 maggio 2016

comunque bisogna fare attenzione

Le radiazioni mi hanno sempre interessato. L'idea di un killer silenzioso ed invisibile in grado di agire a dispetto di ogni tipo di barriera o precauzione mi affascina. Inoltre una serie piuttosto lunga di fumetti giapponesi mi ha sicuramente formato e deformato in tal senso. Non solo loro, ho comunque vissuto l'ultima parte della guerra fredda e l'italica paura del nucleare. Ricordo con affetto uno splendido racconto di Isaac Asimov, sicuramente un uomo la cui fede nel progresso era cristallina, che avrebbe potuto essere usato da chiunque come un perfetto manifesto anti-nuclearista (il titolo in italiano era "Razza di deficenti").

Così non ho esitat un attimo nel vedere "Chernobyl diaries"  
http://www.imdb.com/title/tt1991245/ , che ho trovato assai meno insipido di quel che pensavo.

Poi qualche giorno fa mi imbatto in questo articolo: http://www.spiegel.de/international/world/tourism-is-booming-in-the-chernobyl-exclusion-zone-a-1089210.html

Ohibò è tutto vero! Il turismo delle catastrofi non è certamente cosa nuova e le radiazioni nemmeno. Pure ne sono rimasto colpito. Perchè?
Non lo so, ciò è il motivo di queste mie parole. 

Dopo qualche altro giorno, vagando distratto per la rete in cerca di "qualcosa", complice un articolo in una rivista di fotografia (http://www.rearviewmirror.it/ [ora non attivo ma segnatelo]) scovo questo fotografo http://donaldweber.com/ .
Ma ben sul serio?! Non stiamo parlando di liriche fotografie prese nella "zona di esclusione" ma della vita, vera mica fandonie, di chi ancora ha deciso o ha dovuto restare a vivere in quei luoghi. Di più, esiste anche una sorta di piccolo paradiso radioattivo (blandamente immgino) dove rilassarsi e pescare. 
E un assurdo pensiero, del quale forse dovrei vergognarmi, appare con costanza nella mia mente. Esisteranno dei fumetti ucraini ove l'influenza radioattiva sia chiara e percepibile? 
Chiaramente voglio viaggiare in Ucraina.

mercoledì 4 maggio 2016

si va in pezzi ed in scena

Stavo scrivendo un nuovo post ma poi qua l'atmosfera è del tutto cambiata e le macchie che allignano nlla vecchia vetrina che l'allegro socio mi ha portato in dono stentano a distaccarsene. Inoltre stasera, dopo la chiusura, mi recherò ad una festa per la chiusura di una storica libreria. Che poi è un pò come celebrare con gudio la dipartita di un caro parente, un qualcosa che andrebbe sempre fatto.
La mefitica capitale marcisce un pezzo dopo l'altro.

http://www.invitoallalettura.com/

Comunque ecco quello che avevo prodotto:

"...La tecnica consiste nel condividere. La condivisione è stata ed è alla base di ogni esperienza umana. Ora si è elevata al rango di tecnica sopraffina spogliandola finalmente dell'inutile requisito dell'arte. Mai troppo e men che meno troppo poco, bisogna condividere pur senza divenire tediosi o scomparire nell'oblio. E' finalmente la giusta ricompensa, essere gli uni vicini agli altri senza l'orpello inutile dei corpi. Senza lo sguardo indagatore, le domande che balenano nello spazio tra due volti, senza il silenzio che attende ed esige una risposta. Ora posso, ed ara quello che cercavo, di essere come sono, di mostrarmi alle moltitudini, vero e onesto nella parzialità di una foto tagliuzzata in mille coriandoli. 

E così me ne sto immobile, ascoltando musica triste, una parola semplice ed esatta per definire alcune melodie..."

Ma la musica innanzitutto!