martedì 6 febbraio 2018

le Città Oscure

Uno dei miei autori preferiti è Francois Schuiten.

Inizia a leggere le sue storie ancora adolescente e ricordo perfettamente l'emozione grandissima, lo stupore che provavo di fronte a quelle tavole, mirabilmente disegnate, ricche di architetture e dettagli. Un mondo, onirico forse, ma più che altro semplicemente diverso e utopico nel quale si muovevano le storie, fin troppo umane, dei protagonisti. Spesso coinvolti in bizzarre avventure.
In quel tempo e per molti anni a venire mi bastava fermarmi e ogni volta scoprire nuovi particolari e incredibili edifici. Incredibili? Ho usato una parola inesatta, poichè erano in realtà figli di tutto quello di buono che era stato costruito nel '900.
Inizialmente il fratello Luc, un architetto, ha collaborato con lui e dopo ha scritto il lungo ciclo delle "Citès Obscures" con il suo amico Benoît Peeters.



Che sia anche merito o colpa sua se oggi sono irresistibilmente attratto da ogni forma di architettura. Dalla più volgare e semplice alla più elitaria e complessa. Spesso ci penso.

Spesso penso alla città di "Urbicanda" e a come uno strano ponte, non un vero e proprio ponte ma comunque un collegamento, basti a ri-unire due città apparentemente divise nei sentimenti. Sullo sfondo un'architetture direi razionalista. Per me resterà sempre una storia simbolica e oltremodo chiara.

E "la Torre"! In cui si ascende e discende, esplorando una (torre di) Babele di meraviglie, architettoniche e non, guidati dal misterioso ingegnere, addetto al mantenimento, Giovanni Battista. Io resto fermo ogni volta che sfoglio una pagina, quasi timoroso di perdermi qualcosa.



Non ho letto tutte le storie né visitato tutte le sue città. Ma ho la guida. Un giorno partirò...