giovedì 21 dicembre 2017

stranezze


Caro Diario,
ho provato qualche giorno fa un bizzarro tipo di malessere, un disagio raro che non avrei creduto possibile. Ma bisogna che ti spieghi dal principio.
L’occasione era lieta, mi trovavo a visitare una delle più importanti fiere del libro di questo paese, in un luogo prestigioso e rinomato. Eppure fin da subito, sicuramente complice la gran massa di genti venute come me a curiosare, mi sembravo fuori posto, ignorante oltre ogni misura mentre ascoltavo i dotti discorsi degli editori su questo o quell’importante e significativo scrittore di cui io nulla sapevo; ma soprattutto mi risultava avversa la gran massa di libri ordinatamente impilati.

Chi mai li leggerà? Domanda assurda per un accumulatore di libri come me. Da dove veniva fuori quel maligno pensiero? Come osavo? Eppure non riuscivo a liberarmene mentre giravo ormai indifferente e attento al tempo stesso per i molteplici corridoi. C’era tutto e non sapevo che farmene.

Un riflesso dell’età forse, un’avversione ormai dichiarata verso il prossimo sicuramente, e infine il fastidio verso un mondo che produce incessantemente avendo già prodotto incessantemente.

Al termine però qualcosa ho trovato...



domenica 3 dicembre 2017

una panchina è per sempre

Ho una sorta di passione per le panchine, non saprei nemmeno spiegare il perchè ma le fotografo sempre, ovunque io vada. Questa si trova ad Arles, in Francia
Non comodissima e nemmeno situata in un luogo ameno, mi trovavo a camminare per la strada che conduce fuori dall' abitato.
Ma non devo divagare. 

Le panchine sono dei residui, abbandonate nei posti più impensabili come se le amministrazioni, non sapendo cosa fare con qualche soldo rimasto decidessero di dedicarlo al riposo dei contribuenti. Di legno, di marmo, di ferro, inamovibili o libere, spesso vuote.
Non c'è mai una vera ragione dietro una panchina. Sta la in attesa, a volte affacciandosi su panorami entusiasmanti, a volte su tangenziali rigonfie di autovetture. Se fossi preciso e meticoloso ne farei una raccolta da mettere su Flickr, o magari uno di quei pessimi libretti che si stampano on-line per la gioia di noi aspiranti fotografi. Potrei...ma ora vado a sedermi.

P.S. provo una sorta di ebbrezza a tornare a scrivere sul blog dopo così tanto tempo. Nessuno mi leggerà, è come un diario. Ma se qualcuno dovesse farlo, che sia comprensivo.