martedì 31 dicembre 2013

...sta per arrivare...

Dunque... il 2013 è ormai andato ed è stato un anno oserei dire, con un pizzico di ironia e una buona dose di sicurezza, ricco di avvenimenti.
Da tempo ho smesso di credere nella "buona fine" e nel "buon principio" eppure, che io lo voglia o no, pare che stavolta parecchie cose resteranno indietro.

Persone e padelle mi verrebbe da dire, né le une né le altre vorrei abbandonare ma la vita "accade" e chi "ben comincia è a metà dell'opera"!

Pure come nella moda mi è capitato, l'ho fatto capitare, di assistere ad un grande ritorno fatto di fogli e di dadi, quantomeno un tentativo di guadagnarsi uno spazio di spensieratezza. Ce n'è bisogno.

Allora... bisogna decidere di essere felici e poi perseguire quella meta con determinazione.

Avrò necessità di molto entusiasmo poichè dovrò rifare porte e finestre. Letteralmente.

Nel mentre Buon 2014 a tutti!

sabato 7 dicembre 2013

Uno strano sogno...


 Dunque stanotte ho molto sognato. Sogni strani e violenti in alcuni casi che mi hanno lasciato col batticuore e con finali aperti.
Pure uno è terminato! Non succede quasi mai...

Mi trovavo a Pienza e vagavo per le strade in direzione di casa, senza ovviamente orientarmi per bene visto che non era assolutamente la Pienza che ricordavo.
Da dentro una bottega sento chiamare il mio nome ed esce una coppia vestita con pellicce che mi chiama. Hanno i modi affettati e la donna mi saluta con una vaga erre moscia mentre lui è in silenzio. Sono un poco in imbarazzo perchè non li ricordo bene ma li saluto educatamente. Non sembrano interessati a far conversazione e se ne vanno appena dopo i saluti, chi saranno stati mai?
Continuo a girovagare e mi imbatto in una specie di grande vasca, una grossa gabbia per animali in mezzo ad una piazza, ripiena di tartarughine acquatiche, piccole e grandi. Come se ne vedono tante nei laghetti delle ville romane.
Mentre medito su questa stranezza mi accorgo che non ho le chiavi di casa, ne ho solo una e non mi sembra quella giusta.
Incontro però mio fratello, così sono sicuro che potrò entrare e inoltre l'unica chiave che possiedo si rivela adeguata per aprire la porta d'ingresso.
Ma tutto l'ambiente non mi è ovviamente familiare e mi domando perchè. Perchè mi sento fuori posto? Perchè nulla mi convince?
Pure c'è una spiegazione...
E' tutto finto, la città è finta, le persone sono finte, ogni cosa è stata ricostruita.
Me lo racconta un bambino (mi pare fosse bambino) che ho incontrato su una stretta passerella sospesa in alto non so bene dove.
Dietro di me si affollano delle persone che ad un certo punto cascano e sopra di me c'è una cupola trasparente.
La posso toccare se allungo la mano e decido di romperla.
E' la fine, lo so.

...ed ecco che mi sveglio...

Ora sono sveglio ed intento ad una lunga colazione. Lentamente scompaiono dalla mia testa i resti di questa visione bizzarra, scompaiono le strane architetture, le strade e le persone.
Resta il desiderio di viaggiare...

giovedì 28 novembre 2013

...atmosfere rarefatte...

Sto guardando l'"Odissea". lo storico sceneggiato prodotto dalla RAI nel 1969. Sono nato in quell'anno eppure sono convinto di ri-guardarlo come se ne avessi già visto alcune parti. Che sia possibile? Forse qualche replica? Puà essere ma non importa.

Ne traggo grande beneficio, lì immobile sul divano seguo con attenzione le avventure di Odisseo nel suo lungo viaggio di ritorno verso la sua patria, Itaca.

Ma non è questo che mi rasserena, i nomi e i luoghi mi erano comunque familiari e la storia ben conosciuta.
Mi conforta, nei dialoghi, nelle inquadrature, nei tempi e nella povertà (per quei tempi ormai lontani) dei mezzi quella sobrietà e quella riflessione che invitano al pensiero.

Pure non è tutto...

Quando Ulisse approda nella terra dei Feaci, o quando sbarca su altre terre nel suo lungo girovagare, quello che ci viene mostrato è un ambiente spoglio, una spiaggia solitaria, un poco di macchia mediterranea o un piccolo fiumiciattolo. Le scenografie, anche gli interni, sono limitatissime e non solo perchè la computer-grafica era di là da venire ma come scelta precisa; perchè era così, quella era l'età del bronzo. Pochi uomini sperduti in un ambiente sconosciuto.
Eppure non "era" quello il mondo, come era realmente non lo sapremo mai e dunque mi assale la meraviglia, sono testimone di qualcosa che è ormai perduto da sempre e nello stesso momento mi appare davanti.

Inoltre, più prosaicamente, provo nostalgia per un paesaggio che non esiste più non da millenni ma da decenni. Le riprese furono fatte in Yugoslavia, che ora non esiste più e quella solitudine sarà stata fagocitata dall'asfalto e dal cemento.

Allora mi accomodo ben bene sul divano e immagino...

lunedì 11 novembre 2013

Perchè si!

La fotografia è la mia seconda passione preferita. Attualmente credo sia il divertimento di quasi tutti gli abitanti del pianeta visto che si possono fare fotografie praticamente con qualsiasi oggetto.

Già, ma perchè? Ho passato ore e giorni interi a domandarmene la ragione.
Sono giunto alla conclusione che la risposta è: perchè si!

Nulla di trascendentale, mi piace ascoltare il suono dello scatto, click o clack, mi piacciono i suoni che producono gli oggetti ma di questo parlerò un'altra volta, mi piace accarezzare la superficie di alluminio della macchina fotografica, mi diverte guardare in controluce il negativo e mi appassiona camminare per le strade senza null'altro in mente che non cercare un "qualcosa" da fermare.

Ma tutto questo è tautologico.

La memoria. Io ne ho poca. Nomi, date, numeri, poco si fissa dentro il mio cervello. Ricordo gli eventi e le persone ma spesso ometto dei particolari, il quando, il come.
Allora quando scatto mi sento un poco più tranquillo, mi rilasso per qualche secondo. Porterò con me un pezzo della mia vita, per me è ancora questo il potere della fotografia.

Mi illudo anche di poter comprendere, attraverso e per mezzo delle mie "istantanee", una parte della realtà, ed in questo sono sovente frustrato. E' però possibile farlo? Continuerò a provarci...


venerdì 25 ottobre 2013

...qualcuno un giorno mi spiegherà...

La mia prolungata assenza dalla rete e da questo blog in particolare non è dovuta, sappiatelo, a mancanza di voglia. O forse si.
Tornato dalle vacanze, dalle ferie, insomma da un meritato periodo di riposo sono stato prontamente investito dal lavoro e dal resto. La prima settimana pensavo fosse un semplice problema di acclimatamento da rientro, la seconda accettavo stoicamente lo stress pensando a risolvere i problemi. La terza per uno che ne risolvevo (in parte) ne spuntavano due ho iniziato a subodorare la fregatura. Lavoro in condizioni di stress costante, allora devo mettere in atto tutte le pratiche di controllo della respirazione, che non conosco, e ripetere "Ommmm" in continuazione. Però occhio ad aprire la mail che le comunicazioni condominiali sono in agguato, soldi da spendere, ineludibili e improcrstinabili, quando poi non si palesa un'allgra riunione, sempre condominiale ovviamente e via altri soldi! la quarta settimana mi sono ingrigito.

Alè!

Solo per portare  sviluppare le foto del viaggio ci ho messo più di un mese. 'Orko mondo. Allora che si fa?

1)Shopping! Compro uno scanner digitale per pellicole 35mm, uno da poveracci ma utile alla bisogna e così spero di aggiornare più rapidamente il mio account su FLICKR. Per gongolare guardando aumentare il parco foto e le persone che lo visionano. Mi consolo con poco direi, in attesa della fama mondiale.

2)Cibo! Malsano, calorico, junk. La trimurti della bontà. Però non dimentico anche qualche puntatina in ristoranti cheap ma di classe e per giunta mi capita anch qualche bella sorpresa: ad esempio il buffet del MACRO. Abboffarsi per 20€ circondati dall'intellighenzia romana e da assurde opere di arte contemporanea mi ha veramente tirato su di morale.

Se qualcuno dovesse dubitare della bontà dei miei metodi sappiate che ha ragione. Il portafogli ed il corpo si ribellano e mandano segnali netti e precisi.

3)Mostre di fotografia/ingombranti riviste di architettura. Lo confesso, sono un "addicted" della fotografia, ne guarderei per tutta una giornata e poi ancora e ancora. Dunque entrare in una sala piena di stampe, meglio ancora se tristi ed in bianco e nero, mi rigenra istantaneamente. Poi compro il catalogo (vedi il punto 1) e lo accumulo sopra gli altri che ho acquisito negli ultimi mesi e che un giorno leggerò, come le riviste di cui sopra. Però le sfoglio! Così mi beo delle foto di palazzi e strutture varie.

Last but not list la mia dolce metà, su cui riverso incautamente problemi e parole.

Insomma lo sbarazzino alternarsi di stress micidiali e gioie improvvise, ovvero picchi in alto e vertiginose cadute, rispetto alla felicità media e mediocre a cui tanto aspirerei costituiscono da più di un mese lo svolgersi delle mie giornate.
A breve vorrei scrivere dei post sul perchè faccio fotografie. Ci riuscirò??


lunedì 9 settembre 2013

Quante righe?


Ieri mi trovavo a camminare lungo il porto vecchio di Marsiglia. C'era un'aria di festa, o forse solo io la ascoltavo mentre cercavo di imprimermi nella memoria il volto di una città che evoca loschi traffici e turpi abitudini.
Una città che si sta rinnovando, la "Villa Mediterranée" sembra testimoniarlo.

Un bicchiere di rosato seduto su di una vecchia sedia sbilenca in un baretto della città vecchia, di fronte un cortile e dei bambini intenti a giocare con niente; una scena antica e a modo suo rassicurante.

Un ultimo sguardo al porto e poi via. La città eterna mi aggredisce come sempre, teneramente potrei dire. Lo fa tutte le volte, senza discernimento alcuno.

Svuoto la valigia e guardo il catalogo della mostra di Arles: è enorme e vorrei leggerlo tutto.

Un tempo annotavo, una volta terminati, tutti i libri che leggevo, ormai sono alcuni anni che non lo faccio più. Nell'agendina nera (dove sarà?) scrivevo il titolo, l'autore e un breve commento. A che serviva? A nulla credo ma era piacevole per me sapere e far tornare alla memoria quello che avevo letto.
Provavo però anche un senso netto e preciso di inadeguatezza. Avevo letto sempre troppo poco.
Quanto bisognerebbe leggere in un anno per essere degni?
Quante pagine?
Quante righe?

giovedì 5 settembre 2013

Gli zozzoni di una volta!

Giorni 5, 6 e 7: Di Perpignan e Arles prlerò più avanti quando le emozioni si saranno sedimentate. Di foto ne ho viste tante, forse troppe, ma il tempo è tiranno e avrei voluto avere un mese a disposizione.
Nel mentre un suggerimento come ai vecchi tempi. All'incrocio tra rue Wilson e boulevard Clemeceau ad Arles c'è uno zozzone che fa pane e patate ovvero una baguette ripiena di patatine fritte, per giunta di livello, con maionese o ketchup, non ve lo perdete apre solo la sera.

Oggi abbiamo passato la giornata al mare, precisamente a Santa Maria a Mare che si trova proprio al centro della Camargue e ospita, per giuna, stormi di fenicotteri rosa. Abbiamo visto anche quelli ma più che altro abbiamo poltrito sulla spiaggia e ci siamo immersi in acqua più e più volte.

Per la cronaca Santa Maria a Mare è un tipico pasino marinaretto frequentato da orde di attempati turisti tedeschi e italiani, dei quali molti alloggiano in ridenti alberghetti ma molti altri arrivano in camper, centinaia di camper, che affollano la spiaggia. La spiaggia è "libera" ovunque e appena usciti dal paese si allunga per trenta kilometri e più.
Da un lato il mare, dall'altro la palude con i fenicotteri...al centro loro, i turisti, con i loro camper superatrezzati...

Si, devo riflettere...

lunedì 2 settembre 2013

...alcuni desideri sono ineludibili...

Giorno 3: Scorre tranquilla la mattinata, poeticamente rallegrata dalle insolite architetture di Gaudì che aveva costruito ed arredato il palazzo di un potente capitalista dell'epoca, uno che trafficava in vestiti, ricco sfondato e con manie di grandezza.
Il pomeriggio al contrario ci vede vagare per la città preda dei desideri, spesso in contrasto ma ineludibili, di una nostra amica. Pure non tutto il male viene per nuocere e così mi alimento con un panino vegano spettacolare, si lo era credetemi, acquistato in un locale per estremisti-del-cavolo e conosco, sempre in tema, un fotografo profesionista di verdure. Un tipo smilzo ed allegro.
Diventeremo amici, lo sento!

Giorno 4: Ultimi giri casuali per Barcellona, con l'immutabile tappa, per me, al padiglione di cui al post precedente e via in treno alla volta di Perpignan.
Una volta arrivati e conquistata la nostra camera d'albergo una breve cena da QUICK (che vergogna!) e poi due passi per digerire.
Per terminare ci fermiamo a bere una birretta e, dopo poco, veniamo letteralmente circondati gente con il badge della mostra e macchine fotografiche mostruose. Immagino fotografi e curatori e chissàchi intenti a spassarsela in barba ai drammi del mondo.

Ora si va a dormire...

sabato 31 agosto 2013

...postmodernismo e sangria...

Giorno2: Il MACBA è pur sempre una rivelazione. L'arte del secolo scorso, con le sue avanguardie e tutte le sue baggianate non finirà mai di stupirmi. Se poi a contenerle è un edificio di Richard Meier, qello dell'Ara Pacis a Roma, l'entusiasmo è assicurato.
Entri e ti fai una foto, poi guardi l'"arte" e quando esci te ne fai un'altra, così tanto per vedere se sei cambiato almeno un pò.
Noi ci siamo scambiato borsa e occhiali. Sarà stato sufficiente?

Il pomeriggio invece è avvolto in una nuvola di fumo, forse a causa del litro e mezzo di sangria che ho ingurgitatato ma che non ci ha impedito di fare acquisti e di vagare felici.

Alla fine, stanchi ma soddisfatti ci ritroviamo in mezzo ad una folla festante e presa dai giochi d'acqua di un enorme fontanone.
Di lato, muta e silenziosa nella sua bellezza, questa costruzione...

Tutto è iniziato da lì, si può ben dire, e forse tutto lì è finito come sembrano dimostrare alcune delle foto che ho (intra)visto al MACBA.

venerdì 30 agosto 2013

...casualmente...

Giorno 1: faccio foto a caso. Questo sarà il mio mandato durante questa vacanza, fare foto a caso con una macchinetta casuale.
Sono in vacanza e sono a Barcellona! Città di mancini e truffatori come mi è ben presto evidente nella metropolitana e nei minimarket dove compro shampoo e bibite rinfrescanti ma stucchevoli. Il biglietto si infila a sinistra e lo scontrino è assente.
Pure la "Sagrada Familia" riesce ancora una volta a strapparmi un respiro, non solo a me, e la cacofonia architettonica di questa città di nuovo mi stupisce.

Vorrei viverci in una casa fatta a quel modo e in realtà ci ho vissuto, in gioventù e in un altro luogo.

Ma non è tempo di indulgere in languidi ricordi e non bisogna sostituire il passato al futuro.
Domani mi aspetta un turbinare di pensieri credo.
Allora vado a dormire, stanco ma felice...

mercoledì 14 agosto 2013

...desideri...

Froid risorgi dalla tomba e aiutami!
Lo penso fortissimamente, lo invoco, ma niente, continuo a scordarmi di comprare il latte non appena entrato nel mio discount preferito.

Eppure era l'unico alimento che dovevo acquistare nonchè il motivo del mio ingresso nel suddetto locale.
Invece ne esco con:
   - un pacco di "Bacetti napoletani", che mi dice l'ingegnere essere una volgare imitazione di quelli veri.
   - un pacco da mezzo kg di tortellini, economici e utili per riempire la pancia, nulla di più.
   - una confezione di salsiccine secche da sgranocchiare appena entrato in casa la sera, sicuramente rigonfie di sostanze maligne.
   - una birra da mezzo litro con il tappo in sughero (tipo spumante) e un allettante nome francese (?).

Ora che dire?
Voglio morire è evidente, voglio infliggermi del dolore per espiare chissà quale peccato. Insomma come è possibile che tutte le volte mi dimentico l'alimento sano e esco con sotto braccio un fagottino di pocherie?

giovedì 1 agosto 2013

Sandman

Io voglio dormire. Chi non lo vuole? Tutti dormono e ne traggono benefici ma io ne ho un bisogno fisico, palpabile, innegabile. Io devo dormire almeno otto ore per notte per addomesticare la stanchezza ed accumulare le energie. Il sonno è un evento complesso, il metabolismo cambia e il corpo in effetti si rigenera ma, entro certi limiti, la sua durata efficace varia molto da persona a persona. Inoltre bisogna sognare perchè sia effettivo, chi sogna poco se ne dovrebbe preoccupare, il sogno è un pocesso creativo che serve anche a scaricare ansie e timori, ad elaborare inconsciamente una parte della vita con la quale da svegli abbiamo difficoltà a relazionarci. Fin qui la fisiologia. Ma che dire del resto? Io sono in grado di addormentarmi praticamente ovunque, in aereo, in treno, sulla nuda terra ed è un bel vantaggio in alcune occasioni. Eppure in altri frangenti mi sembra un peso. Anche la più allegra delle compagnie passata una certa ora mi risulta insopportabile ed inizio a fantasticare di lenzuola bianche e pulite, non seguo più nessun discorso e semplicemente fisso il vuoto. Vorrei, in quei momenti, scappare a sognare. Perchè i miei sogni sono divertenti, emozionanti, paurosi a volte ma mai noiosi. Nell'ultimo ricordo che c'era una piscina sotterranea, enorme, gigantesca, lunga e larga centinaia di metri. Una costruzione, così mi pareva, di mattoni con un'acqua limpida e fresca dove sguazzavano tantissime persone ma lontanissime e indistinte. Però questo era un sogno "fantasy" ed io sapevo che quele forme lontane erano strane creature e che sopra di me, ne sentivo la presenza e la massa pur senza poterlo vedere (forse solo una sbirciatina), c'era un drago che si librava basso sopra le acque. Stava per immergersi... Io devo dormire.

domenica 21 luglio 2013

mi agito per non muovermi

Gli eventi della mattinata mi travolgono e si susseguono senza sosta. Tutto ha inizio con del miglio nel letto. Il cuscino al miglio si è rotto, o meglio si è rotta, lo scoprirò più tardi una cucitura della federa e dunque son costretto a rendergli l'ultimo saluto. Ti ho voluto bene "cuscino di miglio". Questo evento luttuoso che mi fa meditare sulla caducità delle umane vicende mi sprona anche a prendere in mano, dopo lungo tempo, l'aspirapolvere e ad agitarlo freneticamente per tutta la casa. Risultati pochi ovviamente ma vengo pervaso da una sensazione di onnipotenza e decido di passare lo straccio in bagno e in cucina. Ora ho di nuovo il controllo. Si è fatta l'ora di pranzo ma a parte una crosta di formaggio rinsecchita nulla è presente all'interno della macchina refrigerante. Cioè in quella del cibo, apro dunque con slancio il refrigeratore delle bevande e ne estraggo una cervogia fresca e dissetante, ahimè l'ultima. Dovrò uscire più tardi, è necessario... La accompagno con un robusto Cohiba gentilmente donatomi dal buon vecchio Franz. Mercatini alla ricerca di endorfine, mostre di foto per reiterare l'illusione, cibo di classe per dilapidare gli scarsi guadagni: cosa mi riserverà il prosieguo di questa giornata afosa?
Amo Roma d'estate. Amo il caldo che sale dal cemento. Amo il sole impietoso che cade a picco sulle case. Amo e odio questa città.

martedì 16 luglio 2013

L'inconscio è inconsapevole?!

Ed eccoci qua per un'altra puntata de "Il magico potere dell'inconscio". L'altro ieri notte dormivo beatamente e sognavo. Era un sogno nel quale il protagonista, che sarei potuto essere io, era alla ricerca di qualcosa o qualcuno e vagava inquieto per strani luoghi dall'atmosfera straniante. Non ricordo come fossero però si è fissata nella memoria l'ultima scena nella quale guardo dall'alto una signorina con i capelli lunghi e scuri nuotare in un fiume alla ricerca di non so cosa. Poi tre brevi istantanee, una delle quali con tre cadaverini alieni disposti su un letto bianco e la sensazione nettissima di non aver risolto la questione. E per terminare una voce fuori campo che ha pronunciato la parola "Fine" con tono deciso. Ieri notte invece c'è stata la proiezione di un meraviglioso sogno "cappa e spada"! Io ero l'eroe che doveva salvare tutti e c'era pure un inseguimento tra macchine da corsa in una caverna, con tanto di massi che rotolavano. Il bello è che il pilota della macchina scivolava in un comparto segreto e mi lasciava la guida, perchè io ero l'eroe! Alla fine c'era un duello all'arma bianca nel quale sconfiggevo il cattivo di turno, surclassandolo e umiliandolo. Però... Eravamo su un molo e nel momento della vittoria, quando lui (il cattivo) mi guardava e ammetteva la sconfitta, un'enorme ondata mi si portava via. Insomma il sogno terminava con la vittoria dei buoni ma tragicamente l'eroe muoriva. Che disdetta! Cosa avranno voluto dire? La risposta sicuramente è dentro di me, ovvero lo era, nel mio intestino, eppure non avevo mangiato così pesante...

lunedì 1 luglio 2013

La Zona

Tanti anni fa vidi un film che mi impressionò molto, per il suo essere visionario e onirico e contemporaneamente mostrare un ambiente assolutamente realistico e squallido. Il film era STALKER di Andrei Tarkovsky ed è tratto da una novella originale di due autori di fantascienza russi. Gli stessi che avevano scritto Solaris. Nel film si parla della "Zona", un'area remota e resa completamente inaccessibile dall'esercito nella quale è custodito un segreto che in nessun modo deve essere rivelato, forse la possibilità di esaudire i propri desideri. Nel 1979, anno di uscita della pellicola, le immagini di edifici cadenti, di un territorio aspro ed incolto, un tempo abitato da cittadini comuni ed ora spoglio ed abbandonato erano quanto di più lontano dall'idea di fantascienza che ci veniva proposta dai regimi kapitalisti. Eppure quel film era "pura" fantascienza. Aveva visto, con sguardo acuto e determinato il futuro, aveva compreso e messo bene in evidenza ciò che sarebbe accaduto. Non astronavi ed alieni, marchingegni fantomatici o prodigi della tecnica ma la lenta dissoluzione di un paese.
Qualche giorno fa, vagando per la rete, mi imbatto negli scatti di una giovane fotografa che ha partecipato al http://www.prixpictet.com/. Rena Effendi. Ha voluto testimoniare, lei come altri, le condizioni in cui si trova l'area intorno a Chernobyl e lo ha fatto privilegiando il punto di vista di chi in quella parte di mondo ci è tornato nonostante i divieti e le recinzioni. Il suo lavoro ha un titolo emblematico: "Still Life in the Zone".

venerdì 14 giugno 2013

che bello giocare a vedere

Avete mai letto "Gli occhi del gatto"? E' un fumetto di Moebius e Jodorowski di tanto tempo fa. Jodorowski sostiene che l'incontro con Moebius sia stato voluto dalla magia. Ora io non credo alla "magia", agli spiriti, ai tarocchi e a tutto l'esoterismo in genere ma leggendolo e capendo le parole con cui viene spiegata la sua genesi mi è difficile non dare ragione al creatore della psicomagia. Due talenti assoluti che si incontrano per caso, ma il caso non può esistere, ci deve essere una ragione, un motivo, un percorso che li ha portati a realizzare una storia, breve ma dirompente, che ha cambiato in modo definitivo i collegamenti del mio cervello. Avevo quattordici anni, forse quindici e andavo ancora al ginnasio quando ho letto quelle 25 tavole. Non ci sono praticamente scritte ma le "leggi" ugualmente, devi farlo, l'occhio è attratto e guidato all'interno della pagina. C'è la visuale di una città, immagino una Parigi del futuro, dall'alto, il cielo è nuvoloso ed un unico raggio di sole ne illumina una parte. Quel disegno potrei guardarlo mille volte, in realtà l'ho fatto, e continuare a cercare nei meandri del tratto un qualcosa di più. Case, finestre, terrazzi e cupole e palazzi in lontananza. Se un giorno mi riuscisse di fare una fotografia a quel modo sarei felice. Una fotografia come un disegno; un ossimoro che farebbe inorridire disegnatori e fotografi, eppure la potenza di quella storia è tale che diviene realtà e tu sei lì insieme al gatto, all'aquila e al bambino cieco.

lunedì 10 giugno 2013

TESTA VUOTA

attenzione! Hate post! Astenersi perditempo. CATEGORIE CHE ODIO - LA TESTA VUOTA. Io sono stronzo. Ho molti difetti, che a me vanno benissimo o dei quali sono inconsapevole. Ma siccome sono stronzo parlerò di quelli degli altri. Un tipo di cliente che seriamente non sopporto è il "cervello vuoto". Una mente assente di solito tra i 15 e i 25 anni di età il cui grumo di neuroni che una volta albergava nella scatola cranica si è frantumato, ridooto in poltiglia e fuoriuscito dalle orecchie, insomma si è volatilizzato. Di solito arriva in chiusura o comunque in momenti inopportuni e pronuncia la seguente frase: "...mi consigli un manga...". Ci sono mille variazioni e mille corollari ma di scarsa importanza. Un manga, non un fumetto, un manga (un fumetto giapponese). Il resto del mondo? Boh?! Il tipo si dichiara ignaro di tutto ma ne ha letto uno e ne vuole uno simile, ovvero uguale. Si chiama "coazione a ripetere". Non è in grado di scegliere, di informarsi, di seguire un qualsivoglia criterio. Ha bisogno di un aiuto. Cazzo ma hai vent'anni, osa, scegli a caso, sfoglia, guarda, interessati, cerca di formarti un gusto critico da solo. Gli domando di darmi un'indicazione, almeno il genere ma spesso ottengo solo questa frase:"...non so, un bel fumetto...". Ovviamente a questo punto mi impegno seriamente nel magnificargli una cosa che non ho letto e di cui non so nulla. Credo fermamente nel sacro potere della casualità. Vedo che annaspa e prova a seguire il senso delle mie parole ma il surrogato di neuroni che forse ancora possiede non gli viene in aiuto. Quasi sempre riesco a convincerlo a comprare qualcosa, la pagnotta è assicurata per un giorno ancora. Avresti dovuto domandarlo ad un amico, non all'oste, se il vino è buono ma a prescindere da questa ovvia considerazione non ti sopporto perchè è tardi, ho lavorato a contatto con minus habens tutto il giorno e tu sei la prova vivente del mio fallimento. Beh non mio del tutto perchè la testa vuota è tua. Ora esci e vai felice a vederti un bel film con i botti, riempi quella spugna che hai al posto della testa con un altro pò di nulla, questo è il tuo tempo. Non sarò mai popolare. Il più amato dei miei difetti.

sabato 1 giugno 2013

All'inizio del '900 nel mondo albergavano circa un miliardo e settecento milioni di persone, quando sono nato io nel 1969 tre miliardi e seicento milioni e oggi, quando è passato poco più di un decennio di questo nuovo e fiammante secolo, sette miliardi. 7.000.000.000 Uomini e donne che vivono e consumano, abitano in città sempre più grandi ed estese che ormai inglobano più di metà della popolazione mondiale. Città tentacolari ed estranianti che con una mano offrono condizioni di vita in apparenza migliori, una casa, l'elettricità e l'acqua corrente, riparo e sicurezza ed a volte lavoro e con l'altra caricano i loro abitanti di stress potentissimi e costanti. Donne e uomini che si spostano: per lavoro, pochi, per turismo, parecchi, e per fame tutto il resto. Questo secolo appena iniziato sarà, tutti dovrebbero già saperlo, caratterizzato da enormi spostamenti di intere popolazioni. Persone che si metteranno in viaggio per cercare semplicemente di vivere meglio, attirate forse dal benessere degli stati vicini o spinte lontano da guerre fratricide. Questo è un fatto. Accadrà. Sta già accadendo. Noi siamo al centro del mediterraneo e faremmo bene a prepararci. Volete prendere il fucile per difendere vecchi e antiquati privilegi? E' una possibilità. Vogliamo provare invece a conviverci? Un'altra possibilità.

mercoledì 15 maggio 2013

Everybody lies

Credo proprio che stasera inzierò a riguardare da capo le otto stagioni del Dr.House. In teutonico ordine cronologico, senza perdere una puntata e facendo bene caso a tutti gli "housism". Credo che gli dedicherò l'agendina nuova, l'avevo comprata per fare altro ma è lì che langue. Ma da dove viene fuori questa esilarante decisione? Beh a parte il fatto che erano mesi che avevo intenzione di farlo, visto anche che il progetto "Woody" è bellamente andato a ramengo a causa di imprevisti tecnico-affettivi direi che soprattutto dipende da: il tempo di merda di oggi che mi risulta antipatico e mi fa sembrare insormontabili svariati problemi. l'INPS che pretende che io abbia un PIN ed entri nel suo sito per scoprire quanti soldi gli devo e sicuramente mi impiccerò e non riuscirò e portare a termine il compito. Fallirò come al solito. le cinque province del Lazio. Se alle medie fossi stato più attento oggi sarei un uomo migliore. la raffinata certezza di sbagliare quasi sempre e in modi nuovi ed inaspettati. Questo alla vigilia di grosse decisioni mi mette una certa ansia. Allora House mi mette allegria, nella sua finzione mi permette di credere, fosse anche solo per la breve durata di un episodio, che si può essere "malati" e farla franca. Non si può? Il finale dell'ottava serie lo dimostra. Compro oro. Vendo merda. Buonanotte.

mercoledì 1 maggio 2013

Nell'altro mondo.

Potrei parlare di "Francone", una fraschetteria trapiantata a Roma, nel quartiere della Garbatella dove ho mangiato una quantità di cibo veramente vergognosa. Un luogo di delizie sopraffine e di umanità verace. La Garbatella vecchia è un piccolo angolo di antica dignità circondata dalla follia dei nostri tempi. Oggi ero lì, nel solito centro sociale a mangiare con qualche amica/o e a fare quattro passi. Guardavo le case basse e i giardino interni e meditavo. Meditavo sul mio essere, in questi situazioni ne divento immediatamente consapevole, agli estremi della curva della normalità- Mi piace fare fotografie, sono un vero "fotografo della domenica" ma prediligo le periferie degradate, i palazzoni grigi, le file di balconi uguali, incorniciati dal cemento e dal cielo grigio. Il cielo è sempre grigio in quei luoghi. Eppure... Immagino sempre a come potrebbero essere se da tutti quei balconi pendessero rampicanti e fiori profumati. Immagino file di panni dei colori dell'arcobaleno stesi ada sciugare alla luce forte del sole estivo. Quando li vedo muoversi al respiro del vento solla terrazza del palazzo di fronte al mio mi sembrano belli. Non lo sarebbero forse anche da altre parti? Immagino una periferia non più rosa dall'"odio" e dal timore. Immagino un gesto gentile, un saluto da parte di chi incontro sul cammino, mentre mi affatico, buffo e impacciato, con le viti del cavalletto. Poi prendo la metro B e c'è gente che si insulta per futili motivi...

domenica 21 aprile 2013

Una moneta.

Vorrei scrivere del sogno, di una parte del sogno, quella che ricordo, che ho fatto stanotte. Ho sognato molto e, di questo sono sicuro, ho viaggato e vagato per strani luoghi, tant'è che stamattina sono fresco e riposato. Forse anche perchè mi son svegliato tardissimo. Ma veniamo al dunque. Dopo molto girovagare mi trovo ad affrontare all'arma bianca (un fioretto) un fellone che attentava alla mia vita. Mi aveva minacciato per impossessarsi, credo, di un mucchietto di fotografie che si trovavano su un tavolino poco distante. Sullo stesso tavolino era posto un bicchiere con una moneta dentro. Il duello va avanti per un pò senza un vincitore quando mio padre tira al tipo un paio di monete e poi prende il bicchiere e gli lancia addosso anche la moneta all'interno dicendogli qualcosa di sprezzante. In soldoni che si può tenere i soldi e il duello è finito. Nel sogno questo accadimento viene fatto per umiliare il mio oppositore. Dopo prendiamo le fotografie e ce ne andiamo pronunciando la frase (più o meno questa):"...sono oggetti che ci hanno dato alcune persone dell'est...". poi mi sono svegliato... Roba forte. ...e ora un paterno consiglio... Tutti, ma proprio tutti, dovreste leggere questo libro.

sabato 13 aprile 2013

Godzilla ha sempre ragione!

Si comincia con le rievocazioni del mitico scudetto del Cagliari del 1970 e si prosegue con Freddy Mercury che gorgheggia in qualche stadio. Fuori il cielo è mediamente sereno e nonostante tutto, oggi, anche la decrepita capitale pare quasi accettabile. La metro B ha sferragliato tranquilla e veloce, il cammino è stato accompagnato dai simpatici deliri di uno scoppiato vero che straparlava da solo e ad una fermata si è sporto per dire al conducente: "c'è bisogno di caf, come nella metro A e la carne marcia puzza"?! Riuscirò un giorno a decifrare il significato complessivo della frase. Volendo, sempre e solo per oggi, si potrebbe tirare un sospiro. L'idea sarebbe di ascoltare "a nastro" "Fat bottomed girls" e "Bicycle race" che resteranno per sempre i miei due brani preferiti dei Queen. Ricordate la scena delle contadine che salgono in bicicletta in "Amarcord" di F. Fellini? Mi vien da ridere. Eppure penso, in giornate come questa, che l'obsolescenza ormai sia divenuta un valore... Vabbè mi arrischio a sorridere...

venerdì 22 marzo 2013

Il Volga

Qualche giorno fa, era un lunedì mattina, me ne stavo a bighellonare in giro. Mentre andavo a zonzo con aria svagata mi sono ritrovato, quasi senza volerlo, a piazza della Repubblica e ho iniziato sbadatamente guardare i libri delle bancarelle che si trovano davanti all'ingresso della metropolitana. Lo sguardo viene catturato da una copertina scritta in cirillico sulla quale è stampata una fotografia in bianco e nero di un fiume. Cirillico?? Sarà un cimelio russo? Lo spero e presolo in mano inizio a sfogliarlo con attenzione. E' indubbiamente un libro di fotografie, dunque lo voglio e immantinente per la modica cifra di cinque euro diviene in mio possesso. Un piccolo libricino allegato è in lingua inglese e traduce le didascalie di tutte foto, inoltre spiega che il tema del libro è il percorso del Volga; le fotografie sono state scattate nelle località, famose e meno famose, che ne costeggiano il fluire. Sono scatti semplici e la qualità è molto bassa, inoltre i soggetti sono spesso ripetuti: una donna, un bambino, edifici storici e case popolari, statue di Lenin e di patrioti della rivoluzione. Fotografie sgranate, elementari, evidentemente prese con intenti di propaganda; eppure per me, che vorrei tremendamente visitare quei luoghi, cariche di un fascino irresistibile. Vedo la foto di un bambino, il libro è del 1972, dunque ora avrà la mia età e scioccamente mi commuovo pensando che è un mio coetaneo ed è vissuto proprio lì. Cosa starà facendo adesso, quale lavoro, sarà felice o triste dopo aver visto implodere la sua patria? Sarà una persona buona o un pericoloso criminale? La memoria, anche quella di posti lontani per me è significativa, e ovviamente più passano gli anni e maggiore è il suo peso per me. No. Non "peso": il ricordo non dovrebbe mai essere un peso ma piuttosto un aiuto e un insegnamento; ma sto divagando. Un evento imprevisto, un acquisto inatteso, ecco cosa mi basta per cambiare d'animo e guardare più serenamente al futuro...

martedì 5 marzo 2013

fantasie senza sesso

Cosa vorrei dalla vita. N°1 Afflosciarmi su un divano ciancicato ma di classe (ne possiedo ben due a casa) a discettare con altri bohemièn dei poveri di argomenti dei quali non so alcunchè, tipo il Teatro, la Letteratura, la Fotografia. Sorseggiare prosecco o altre bibite kitsch e il tutto alle quattro di un assolato pomeriggio primaverile, con aria stanca e annoiata. La sera poi a far bagordi in qualche trattoria o altro luogo ameno ma popolare. N°2 Potermi alimentare tutti i giorni, pranzo e cena e pure le domeniche con i cibi pronti di Franchi a via Cola di Rienzo. Un luogo sublime e costosissimo; io lì posso permettermi solo due crocchette alla volta. N°3 (questo però non è possibile nemmeno teoricamente, è un'ìmposibilità fisica) Bloccare il Campionato, fermarlo in maniera totale, poi salire sul terrazzo condominiale e vedere la città in fiamme e finalmente la Rivoluzione.

lunedì 4 marzo 2013

"No More"

Orbene è passata una settimana dal tristo risultato elettorale. O "fantastico"?! Dove lavoro il dibattito ha impazzato con posizioni spesso inconciliabili, nei ritrovi di amici ugualmente se ne è discusso e per strada sull'autobus, metro o quant'altro non si è parlato d'altro. Il resto dell'esistenza, pur relegato per questo periodo nell'ombra, è però andato avanti con alterne vicende. Ecco "alterne". Potrei dire "opposte", in un interscambio di tranquillità e preoccupazione che di certo non fa bene all'equilibrio metabolico, peraltro già reso incerto a causa dell'ingestione di bevande proibite da varie religioni in quantità eccessiva. L'uomo del monte ha detto "no more". Comunque niente che non si possa risistemare con qualche litro d'acqua. Bene, anzi male, non ne posso più! Voglio, vorrei, dovrei (potrei?), dedicarmi alla lettura dei libri che ho acquistato di recente, ad osservare fotografie e, ultimo ma non meno importante a fantasticare... Per caso è vietato dopo una certa età? Intanto la decrepita capitale cambia inesorabilmente fisionomia...

domenica 24 febbraio 2013

l'errore

Bene oggi si vota! Tra breve uscirò e mi dirigerò trionfalmente verso il seggio elettorale tronfio e borioso. No! Mai come questa volta sono ricolmo della sensazione di una sconfitta inevitabile, qualunque sia l'esito di questa consultazione elettorale. La Regione non mi preoccupa, so chi votare ma il panorama nazionale è disarmante. Ieri sera per provare a sollevarmi il morale mi sono cucinato una carbonara da mezzo kilo ma non sono riuscito a finirla: oscuri presagi. Adesso per darmi forza ascolto i Tangerine Dream. Un pensiero affiora...c'è qualcosa di sbagliato? Ma cosa, cosa? Vabbè, applico la sacra regola dello "scemo del villaggio" e non me ne curo, riempio la sacca di obbiettivi e rullini e dopo aver posto le crocette me ne andrò a spasso a pigiare il pulsantino. Gratificazione istantanea.

lunedì 18 febbraio 2013

geometria unica via

Stamattina mi ero riproposto di fare degli esercizi: addominali e flessioni. Ah! Bisogna mettersi in forma, il fisico va rimodellato; a stento sono riuscito a lavarmi i capelli. Il caffellatte non sortisce nessun effetto, il biscottino al cioccolato nemmeno e lo schermo del computer continua a scrutarmi inebetito. Già. Dopo un anno il sistema operativo ha deciso unilateralmente che posso tornare a connettermi wireless, prima negava anche l'esistenza di una scheda wireless. Ora posso riavvolgere il lungo cavo di rete e riposizionare il tavolo, ora posso variare la geometria della sala così a lungo costretta in una paralisi obbligatoria. Forse potrei variare anche la geometria della mia vita o più semplicemente della mia giornata? No. Esco per tempo, salgo sul bussino per tempo e per tempo risistemo le vetrine. Per tempo mi accascerò sul divano stasera, e quando sarà tempo riampiangerò le vecchie geometrie...

lunedì 11 febbraio 2013

Il tempo che serve...

Domenica scorsa, senza timore alcuno, dopo il pranzo familiare mi sono recato al MAXXI. Le visite in questo bizzarro museo hanno il sacro potere di riconciliarmi con il mondo, ne esco sempre rinfrancato e sereno. Come è possibile? Non saprei, però questa volta mi aspettavano i progetti di Le Corbusier in Italia. Scopro con disappunto che tutti i suoi progetti per la nostra distopica penisola non sono mai stati realizzati, e dire che è stato in contatto con il mondo dell'architettuta italiana fin dai tempi del Duce. Vittima anch'egli di quell'attitudine nostrana ad incensare i progetti e mancarne la realizzazione. "Si bello, bellissimo, vedremo...", "...meraviglioso, forse però sarà difficile ottenere tutti i permessi...", "Un progetto all'avanguardia, si integra perfettamente nel tessuto urbano, magari...". Eppure...ancora una volta la storia conferma il mio pensiero. Le Corbusier, giovane figlio di una ricca famiglia, viaggia. In otto anni visita praticamente tutta l'Europa e in particolare l'Italia, scrive, prende appunti e disegna tutto quello che vede; i suoi taccuini esposti testimoniano un desiderio incrollabile. Fotografa molto con le semplici macchinette dell'epoca e nel mentre elabora la sua poetica... Viaggiare. Ecco che di nuovo si manifesta prepotente il sogno ormai da tempo mi porto dentro, viaggiare. Ma ora è lunedì mattina, fuori tira vento e grigiume, sulla scrivania i documenti aspettano di essere riordinati ed in cucina c'è un serio bisogno del super-sgrassatore. Oggi sogno, domani viaggerò...

domenica 3 febbraio 2013

barriere

Via Panama, un'anonima strada della putrescente capitale se non fosse che confina con Villa Ada. Un tempo c'era una selva incolta che fiancheggiava la strada e terminava con il muro che delimitava la villa, l'ingresso era vietato in quella parte e noi ragazzini ci divertivamo a trovare qualche pertugio per intrufolarci in quella che ci appariva come una giungla impenetrabile. Ora tutto è cambiato, la selva è stata sistemata e ospita un parco con dei vialetti e delle panchine, c'è un ingresso per quella parte di villa un tempo chiusa con percorsi piacevoli e ombreggiati, insomma un vero e proprio processo di "riqualificazione". Ma... Tutta la zona è chiusa da una pesante inferriata. Il parco Nemorense (parco Virgiliano) poco distante ha subito la stessa sorte pochi anni addietro e perfino i pratoni lungo via dei Monti di Pietralata sono stati recintati. Poco più di tre decenni sono passati dalla mia gioventù ad oggi e passeggiando per quelle strade sono assalito da uno straniamento misto a tristezza: io vivevo qui? Io vivo qui? Sorgono barriere ovunque, anche e soprattutto in quei luoghi che dovrebbero per definizione essere "aperti", luoghi dell'incontro e della parola, del riposo e della meditazione. Ecco di fronte a me il fallimento di un'idea. Viene da lontano questa paura, si fa strada con l'ignoranza, col finto progresso, con l'intolleranza. Ma straparlo, ora uscirò, voglio comunque camminare...

lunedì 21 gennaio 2013

Servirebbe dello spazio.

E' lunedì mattina e sono a casa, non sto male, mi sono concesso una mattinata libera visto che pure ieri ho lavorato tutto il giorno. Guardo intorno e vedo lo stato di delirio in cui versa casa, dovrei intervenire ma mi servirebbe una settimana per porre rimedio anche solo alle carabattole accatastate un pò ovunque, non dico poi il pulire e sistemare tutto più a fondo. Sul tavolo allignano due libri di foto che dovrei (vorrei) sfogliare attentamente ma lì vicino a pochi centimetri ci sono due conti correnti da pagare, fondamentalmente di loro mi occuperò oggi. E' già tardi, è sempre troppo tardi. Forse però riesco a passare dal fotografo per farmi stampare degli ingrandimenti, magari posso fare un salto al mercatino di San Giovanni che è sempre aperto...forse riesco a resistere un'altra settimana...

domenica 13 gennaio 2013

..."ho sette anni, sono il capitano Nemo"

Pare che io stia meglio. Non è una gran notizia ma nonostante tutto sono riuscito ancora una volta a sconfiggere la "febbre" grazie al solo aiuto dell'aspirina. Per la prossima volta invece mi sono dotato della "chimica" potente: le pastiglie effervescenti di Tachipirina1000...roba forte! La vera notizia, che credo sia sfuggita a molti, è che un gruppo di ricercatori nipponici a bordo di un piccolo sottomarino si è imbattuta in un calamaro gigante e lo ha filmato. Una delle creature più antiche ed elusive che abitano questo pianeta, lo hanno seguito fino a 900 metri di profondità e poi...addio. Lui ha continuato con eleganza ad andare in basso, a cercare chissà quali segreti a noi ignoti. Mi sono emozionato quando ho letto dell'accaduto, il calamaro gigante è stato per me bambino un animale mitologico, simbolo di potenza e mistero, fiero avversario del capodoglio (Moby Dick) nelle oscure profondità degli oceani ed è stato bello vederlo muoversi con lenta sicurezza verso uno degli ultimi luoghi forse al riparo dagli uomini. Pure mi sono un pò rattristato perchè in questa moderna epoca delle meraviglie mi rimane sempre meno per sognare come un tempo e lo svelarsi dell'ignoto non sempre mi pare una buona cosa... Nel mentre anche io come i veri fotografi professionisti del'900 controllo con attenzione i miei provini a contatto.

mercoledì 9 gennaio 2013

...febbre...

Dunque domenica mi viene la febbre, immagino che si sia abbassata la temperatura molto in fretta e mi sono raffreddato nel sonno, difatti mi sveglio e mi sento strano. Il malessere prosegue e così mi devo arrendere all'evidenza, addio al pranzo della Befana e via sotto le pezze con una certa dose di aspirina. Lunedì mattina mi muovo per imprescindibili questioni lavorative ma cedo nel finale e me ne torno di nuovo a casa, sempre ninna e aspirina. Martedì tronfio e riposato me ne vado a negozio per scoprire che il condizionatore si è rotto e dentro sembra una cella frigorifera. Ora il negozio è ampio e molto esposto e il marchingegno serve solo a tenere un minimo di calore umano, nulla di che, però utile a sopravvivere. Oggi mi sveglio con 37.9 e proseguo indisturbato fino a 38.7 quando decido che è venuto il momento di mangiare un pò di frutta e spararmi due ricche aspirine. Adesso mi sento bene e mi pare bche tutto sia passato. La cosa che più mi indispone è la perdita di tempo a ciondolare a casa, senza poter far nulla e senza nemmeno, che poi mi fa reazione, un cicchetto. Vabbè andiamo avanti...

martedì 1 gennaio 2013

Si comincia!

Ohibò è andata! bla bla bla il capodanno, una noia per alcuni una festa per altri. Ma veniamo al dunque, ovvero il gusto che provo a passeggiare per la disastrata capitale il 1° dell'anno. Si respira quella meravigliosa aria da fine dell'impero che presto respireremo ogni giorno a pieni polmoni. Strade vuote e gente svogliata che si trascina chissà dove e nel mezzo io con il mio ridicolo cappellino a scattare foto. Poi l'allegro ritorno a casa dove mi aspettano i ricchi avanzi del meraviglioso e solitario ultimo dell'anno e... l'8°stagione del Dr.House. Invito tutti a rivedere i primi quattro episodi e a trarne le ovvie conclusioni. Ah! Se la vita fosse sempre così. Ma può esserlo?