Avete mai letto "Gli occhi del gatto"? E' un fumetto di Moebius e Jodorowski di tanto tempo fa. Jodorowski sostiene che l'incontro con Moebius sia stato voluto dalla magia. Ora io non credo alla "magia", agli spiriti, ai tarocchi e a tutto l'esoterismo in genere ma leggendolo e capendo le parole con cui viene spiegata la sua genesi mi è difficile non dare ragione al creatore della psicomagia. Due talenti assoluti che si incontrano per caso, ma il caso non può esistere, ci deve essere una ragione, un motivo, un percorso che li ha portati a realizzare una storia, breve ma dirompente, che ha cambiato in modo definitivo i collegamenti del mio cervello.
Avevo quattordici anni, forse quindici e andavo ancora al ginnasio quando ho letto quelle 25 tavole. Non ci sono praticamente scritte ma le "leggi" ugualmente, devi farlo, l'occhio è attratto e guidato all'interno della pagina.
C'è la visuale di una città, immagino una Parigi del futuro, dall'alto, il cielo è nuvoloso ed un unico raggio di sole ne illumina una parte. Quel disegno potrei guardarlo mille volte, in realtà l'ho fatto, e continuare a cercare nei meandri del tratto un qualcosa di più. Case, finestre, terrazzi e cupole e palazzi in lontananza.
Se un giorno mi riuscisse di fare una fotografia a quel modo sarei felice.
Una fotografia come un disegno; un ossimoro che farebbe inorridire disegnatori e fotografi, eppure la potenza di quella storia è tale che diviene realtà e tu sei lì insieme al gatto, all'aquila e al bambino cieco.
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