Giorno 3: Scorre tranquilla la mattinata, poeticamente rallegrata dalle insolite architetture di Gaudì che aveva costruito ed arredato il palazzo di un potente capitalista dell'epoca, uno che trafficava in vestiti, ricco sfondato e con manie di grandezza.
Il pomeriggio al contrario ci vede vagare per la città preda dei desideri, spesso in contrasto ma ineludibili, di una nostra amica. Pure non tutto il male viene per nuocere e così mi alimento con un panino vegano spettacolare, si lo era credetemi, acquistato in un locale per estremisti-del-cavolo e conosco, sempre in tema, un fotografo profesionista di verdure. Un tipo smilzo ed allegro.
Diventeremo amici, lo sento!
Giorno 4: Ultimi giri casuali per Barcellona, con l'immutabile tappa, per me, al padiglione di cui al post precedente e via in treno alla volta di Perpignan.
Una volta arrivati e conquistata la nostra camera d'albergo una breve cena da QUICK (che vergogna!) e poi due passi per digerire.
Per terminare ci fermiamo a bere una birretta e, dopo poco, veniamo letteralmente circondati gente con il badge della mostra e macchine fotografiche mostruose. Immagino fotografi e curatori e chissàchi intenti a spassarsela in barba ai drammi del mondo.
Ora si va a dormire...
amico...
6 anni fa
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