E' martedì primo novembre ed è festa, anche se io sono intimamente convinto che sia domenica dato che di martedì non si festeggia ma si lavora. Due giorni fa, di domenica appunto, ero a Lucca alla fiera del fumetto dove mi ero recato come ogni anno in pellegrinaggio.
Una bella giornata di sole e una fiera ricolma di giovani e meno giovani vestiti come personaggi di cartoni e fumetti, ma di loro poco mi importa; inutile massa di cervelli sbrindellati dall'eccessivo consumo di immagini in movimento.
Eppure nel mio stanco girovagare mi sono imbattuto, quasi per sbaglio, in emozioni ancora una volta forti anche se troppo frettolose...
Vedo un signore col capello bianco e l'aria compassata che fa disegni sulla seconda di copertina del libro a lui dedicato: è Vittorio Giardino, uno dei più grandi disegnatori italiani di sempre. Lo guardo per un pò muoversi sul foglio bianco, vedo apparire i contorni del volto del suo personaggio più famoso, poi mi allontano felice: nel mondo ci sono ancora delle persone da ammirare.
Riesco a dispetto di tutto a vedere le mostre, una delle quali è dedicata agli illustratori dei romanzi di Salgari, di cui ricorre il centenario della morte. Pirati! E corsari e navi e combattimenti all'arma bianca, principesse e tesori nascosti! Ah! Quelli si che erano tempi avventurosi e splendidi, soli in mezzo al mare o persi nella giungla di misteriose isolette, eroici e solitari con davanti solo l'orizzonte sterminato delle onde.
Per ultima la mostra dedicata a David Lloyd il disegnatore di V for Vendetta; un tipo diverso di emozione, più intima, che mi ha riportato indietro nel tempo ad una realtà più vera, quella della mia crescita, ignara colpevolmente di un futuro già delineato nelle pagine che avevo in mano a quel tempo.
Tempus fugit. Si fa tardi e rientriamo all'ovile, ognuno col suo carico di carta, per me due soli albi quest'anno.
Il solito ristorante di classe, primo di mare con un sughetto abbondante e delizioso e secondo di carne e patate al forno. Dolce, preparato lì per lì e grappino finale.
Ma ancora una sorpresa mi attendeva prima del rientro tra le mura domestiche; il negozio finto-bulgaro, non saprei descriverlo altrimenti, molto di classe ma con gli scaffali vuoti...una triste metafora dell'europa che sta arrivando...
amico...
6 anni fa
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