martedì 7 luglio 2015

il gran caldo

Il caldo è arrivato, il gran caldo, e tutti escono fuori.  Lentamente, ma solo perchè è faticoso trascinarsi, le strade si popolano di esseri bizzarri e fantastici. Camminare nell'aria se mpre più calda, fino a scomparire, è un'esperienza che a volte mi attrae. Immagino il deserto di Sonora o un viale di qualche città messicana. Ricordo "Fa' la cosa giusta" di Spike Lee. Pian piano si diventa sempre più appiccicosi e iniziano a mancare le forze. Ci si disfa su una qualche sedia bahuahus con la seduta di plastica intrecciata incerti se terminare il gelato che si scioglie, ma è troppo tardi anche per semplici decisioni. Si resta immobili, convinti di scomparire e solo quando le forze sembrano abbandonarci si ricomincia a vagare.

Non credo sia possibile amare e odiare questa torrida città nello stesso tempo, eppure è quello che mi accade sovente. Giro l'angolo e gli anziani occupano i tavolini del bar dietro l'angolo, incuranti del caldo, inerti e a volte addormentati. Forme rotonde occupate da genti di ogni parte del mondo intente a generare improbabili relazioni. L'urlo del DNA non si spegne nella calura estiva. Migliaia di anni di storia, il mondo a portata di dito e ancora una panchina e il suono prepotente delle cicale...


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