lunedì 26 novembre 2012

L'architettura del cervello.

La celeste domenica appena passata mi ha travolto con cambi d'umore e finale a sorpresa. Appena sveglio il cielo è blu e la luce intensa e piacevole, c'è quel fresco pungente che da sempre mi stimola, penso allora che uscirò e ne farò delle belle mentre pasticcio con una lunga colazione seduto di fronte al marchingegno (il computer) con le schede sparpagliate sul tavolo. Quseto infantile entusiasmo va sfumando nel proseguo, stemperandosi tra una fetta di formaggio ed una di buristo, forse la scelta degli alimenti non è stata delle più felici. Esco più tardi del dovuto e già non sono allegro come prima, pedalo forsennato verso un mercatino sicuro di trovare dei regali divertenti e invece cedo ai miei più biechi e capitalisti desideri e compro questa...
Poi è troppo presto, no troppo tardi, per fare questo o quello e allora me ne torno a casa a schiacciare un pisolino, addirittura medito che la vita è inutile e magari non vado al cine. No! In un empito?! di decisionismo craxiano esco e vado e ricevo, dall'in utile vita di cui prima un dono.
Un film bellissimo, mi commuovo, penso alle persone che sto guardando, a quel muro che per me bambino era una cosa eterna come le piramidi, al tempo che sto vivendo, penso e me ne rallegro. Terminata la proiezione esco e sbaglio strada. Perchè sono perso nei miei pensieri?

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